Da Roma a Jesi per Caterpillar, a San Silvestro brindisi di lotta: non è stato ancora fissato il confronto in Regione al quale è legata la sorte di 270 lavoratori

Da Roma a Jesi per Caterpillar, a San Silvestro brindisi di lotta: non è stato ancora fissato il confronto in Regione al quale è legata la sorte di 270 lavoratori
Da Roma a Jesi per Caterpillar, a San Silvestro brindisi di lotta: non è stato ancora fissato il confronto in Regione al quale è legata la sorte di 270 lavoratori
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Giovedì 30 Dicembre 2021, 09:30

JESI  - Tutti per uno, da Roma a Jesi nel segno della solidarietà. «In apertura del tavolo ministeriale sulla vertenza Gkn, la Fiom ha chiesto al governo una riunione d’emergenza sull’automotive a partire da Caterpillar, ma anche Marelli, Bosch e Vitesco».

Si leva come voce di popolo quella di Michele De Palma, segretario nazionale del sindacato dei lavoratori delle imprese metalmeccaniche. Alza fin dove può l’asticella della protesta. Perché, è il suo principio, tra lo stop alla produzione fiorentina delle componenti destinate alle industrie automobilistiche e i cilindri oleodinamici della Vallesina in mezzo ci sono vite, emozioni. Persone che in mezz’ora o poco più hanno perso il senso del futuro.
 


Nulla di nuovo sul fronte. La battaglia dello stabilimento Caterpillar è nel limbo dell’attesa. Non c’è ancora nessuna novità per l’incontro in Regione, non è ancora stato fissato quel confronto al quale si lega la sorte di 270 lavoratori messi fuori combattimento dalla logica del profitto. La certezza: gli operai che presidiano la fabbrica non si schiodano da lì. Non molleranno neppure la sera di San Silvestro: alle 18 e 30 brindisi di lotta. Sarà un “in alto i calici” tra dipendenti e rappresentanti sindacali. La festa più amara si consuma sullo sfondo d’una città che procede al motto di “lotta #senza tregua”. Guai ad ammainare gli striscioni di solidarietà dai palazzi comunali di Jesi e Chiaravalle. Restano alti sul cavalcavia di viale della Vittoria, passaggio obbligato del traffico cittadino. È l’istantanea della resistenza d’un territorio.

Metafora di una economia che non ha vergogna.

La Caterpillar era una fabbrica che produceva a pieno ritmo, ma è stata stoppata da una voce fredda che usciva da un megafono. Una ferita che è stata aperta venti giorni fa dalla comunicazione, improvvisa e imprevista, della scelta di quella multinazionale americana di chiudere entro il primo trimestre del 2022 il sito di via Roncaglia. Nel baratro della procedura di mobilità finiscono i 189 addetti a tempo indeterminato, non si salvano gli interinali. Arrivano a 270 i posti di lavoro coinvolti nella crisi. La mobilitazione di lavoratori, lavoratrici e sindacati, l’interessamento della politica locale e nazionale non scalfiscono il colosso a stelle e strisce che conferma le sue intenzioni: affidare quella produzione a contoterzisti. Una volontà ribadita anche di fronte ai vertici della Regione. È qui che la vertenza Caterpillar dovrebbe tornare in scena nei prossimi giorni, si spera con la partecipazione d’un funzionario del Mise, il ministero dello Sviluppo Economico. C’è tempo fino al 24 febbraio. Poi basta: in assenza di ritiro o sospensione della procedura, o di un accordo, partiranno le lettere di licenziamento. 

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