JESI - Tutti per uno, da Roma a Jesi nel segno della solidarietà. «In apertura del tavolo ministeriale sulla vertenza Gkn, la Fiom ha chiesto al governo una riunione d’emergenza sull’automotive a partire da Caterpillar, ma anche Marelli, Bosch e Vitesco».
Si leva come voce di popolo quella di Michele De Palma, segretario nazionale del sindacato dei lavoratori delle imprese metalmeccaniche. Alza fin dove può l’asticella della protesta. Perché, è il suo principio, tra lo stop alla produzione fiorentina delle componenti destinate alle industrie automobilistiche e i cilindri oleodinamici della Vallesina in mezzo ci sono vite, emozioni. Persone che in mezz’ora o poco più hanno perso il senso del futuro.
Nulla di nuovo sul fronte. La battaglia dello stabilimento Caterpillar è nel limbo dell’attesa. Non c’è ancora nessuna novità per l’incontro in Regione, non è ancora stato fissato quel confronto al quale si lega la sorte di 270 lavoratori messi fuori combattimento dalla logica del profitto. La certezza: gli operai che presidiano la fabbrica non si schiodano da lì. Non molleranno neppure la sera di San Silvestro: alle 18 e 30 brindisi di lotta. Sarà un “in alto i calici” tra dipendenti e rappresentanti sindacali. La festa più amara si consuma sullo sfondo d’una città che procede al motto di “lotta #senza tregua”. Guai ad ammainare gli striscioni di solidarietà dai palazzi comunali di Jesi e Chiaravalle. Restano alti sul cavalcavia di viale della Vittoria, passaggio obbligato del traffico cittadino. È l’istantanea della resistenza d’un territorio.
Metafora di una economia che non ha vergogna.