Caterpillar, la trincea delle feste: «Un brindisi di lotta per il lavoro». Presidio dei 270 dipendenti a rischio licenziamento

Caterpillar, la trincea delle feste: «Un brindisi di lotta per il lavoro». Presidio dei 270 dipendenti a rischio licenziamento
Caterpillar, la trincea delle feste: «Un brindisi di lotta per il lavoro». Presidio dei 270 dipendenti a rischio licenziamento
di Fabrizio Romagnoli
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Lunedì 27 Dicembre 2021, 10:28

JESI  - La notte della Vigilia e il giorno di Natale e poi ancora ieri, Santo Stefano, sotto la pioggia: ai cancelli dello stabilimento Caterpillar di via Roncaglia di cui la proprietà ha annunciato la chiusura entro il primo trimestre 2022, non si è mai sciolto il presidio dei rappresentanti dei circa 270 lavoratori e lavoratrici a rischio licenziamento.

«Un Natale di lotta, la seconda nostra famiglia è la famiglia dei compagni di lavoro della Caterpillar – il messaggio – molto importante mantenere in questo contesto la lotta, perché per noi il lavoro rimane qui e non deve andare via.

Non molleremo mai, la nostra è la lotta di tutti, senza tregua». 


Al presidio, dopo l’ampia partecipazione alla manifestazione di giovedì, in tanti hanno portato la loro presenza in questi giorni di festa. Dalle delegazioni di altre aziende – come la Pieralisi, la Fincantieri di Ancona, la Canali di Filottrano, che stanno supportando anche con sottoscrizioni la mobilitazione - alla politica: ai cancelli sono stati notati sia il presidente della Regione Francesco Acquaroli sia il consigliere regionale dem Antonio Mastrovincenzo, che ha brindato coi lavoratori la mattina di Natale. E poi tante realtà: dall’Anpi alla San Vincenzo de’ Paoli, che ha portato panettoni per la notte di Natale, fino ai tifosi della Jesina Calcio con fumogeni e striscione, “La Jesi Ultras è con voi”.

Da segnalare la denuncia degli anarchici delle sezioni “Michele Bakunin” di Jesi e “Francisco Ferrer” di Chiaravalle: manomesso nella notte di Natale lo striscione di solidarietà nei confronti di lavoratori e lavoratrici della Caterpillar che era stato posizionato all’ingresso della sede del Centro Studi Libertari “Luigi Fabbri”. Gli anarchici parlano di «ennesimo atto di violenza ed intimidazione, questa volta più grave in quanto colpisce le lotte degli operai, con un’azione intimidatoria e squadrista, resa evidente dai segni lasciati sullo striscione per poterlo strappare via. Forse frutto di rancore, di vandalismo prodotto dai fumi alcolici della movida o peggio di squadrismo organizzato, non è dato sapere. Di una gravità preoccupante in quanto non colpisce gli anarchici ma la lotta e la memoria operaia di questa città e ne denuncia la matrice in maniera chiara più di quanto mestieranti blateranti della politica vogliano evitare, in stretta correlazione con l’attentato incendiario alla sede Cgil di qualche settimana fa».

Sul fronte politico, si segnala l’intervento del deputato osimano di Alternativa, Paolo Giuliodori, che quanto alla manifestazione del 23 dicembre attacca la «passerella ipocrita dei politici che tanto votano senza fiatare qualsiasi porcata contro i lavoratori». Secondo Giuliodori «non possiamo far finta che sia una sorpresa, o bollinare la crisi Caterpillar come un’eccezione, visto che purtroppo nelle Marche ormai è la regola: basti pensare a Whirlpool, Enedo, Elica, Auchan-Sma e molte altre. È in atto lo smantellamento del nostro territorio. Le ragioni sono sempre le stesse e ben note: siamo in pieno neoliberismo, in un sistema globalizzato dove i capitali si spostano con grande facilità e fanno il bello e il cattivo tempo». 

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