Piazza Federico II saluta l’obelisco: il centro storico della città cambia volto

Piazza Federico II saluta l’obelisco: il centro storico della città cambia volto
Piazza Federico II saluta l’obelisco: il centro storico della città cambia volto
di Fabrizio Romagnoli
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Martedì 20 Aprile 2021, 10:10 - Ultimo aggiornamento: 8 Marzo, 22:50

JESI  - In piazza Federico II buona parte dell’obelisco che svettava al centro della fontana dei leoni non c’è più. Cambia drasticamente e per sempre il colpo d’occhio del cuore storico di Jesi, così come lo ha conosciuto chi è vissuto in città dal 1949 a ieri. Sono iniziate e sono già a buon punto le operazioni di smontaggio del manufatto, unico superstite della fontana destinata a tornare qualche centinaio di metri più su in Piazza della Repubblica, seguendo volontà e lascito testamentari di Cassio Morosetti. 

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Da ieri mattina la ditta incaricata dei lavori, la aquilana Dipe Costruzioni srl, ha cominciato a sezionare l’obelisco, utilizzando un filo di tungsteno, per poi sollevare con adeguata imbracatura e calare a terra le parti via via smontate.

Prima a venir via, nel primo pomeriggio, la cuspide. Poi i lavori hanno proseguito a buon ritmo, smontando una ampia fetta della costruzione. Diversi i cittadini e i curiosi che hanno seguito l’evento, immortalandolo con foto e video. In un paio di giorni l’operazione sarà completata e quel punto, dopo che a partire da marzo erano già stati dissezionati vasca e sculture che adornano la fontana, resterà da portare a termine il nuovo assemblaggio del tutto in piazza della Repubblica. 


Come noto, il testamento di Morosetti impone l’obbligo entro il 21 luglio «di riportare la fontana con i leoni e obelisco in Piazza della Repubblica, ove era sita prima della guerra, lasciandola lì per sempre nel posto ove gli architetti del tempo vollero che fosse; la fontana dovrà essere resa perfettamente funzionante nella sua parte idraulica, allacciata all’acquedotto cittadino». O i due milioni del lascito andranno suddivisi fra Lega del Filo d’Oro di Osimo, Fondazione “Opera San Francesco per i poveri” e “Pane quotidiano” di Milano. La fontana, così come da progetto dell’ingegner Livio Gambacorta dello studio Acale di Ancona, rinascerà in Piazza della Repubblica con una «nuova struttura resistente in cemento armato, con pilastri e piastre, sulla quale verranno riposizionati gli elementi di pregio conservati così da mantenere inalterati sagoma e aspetto».

Previsti pilastri sul perimetro e uno al centro, sul quale andrà incastrato l’obelisco, e pareti in calcestruzzo, da rivestire con le lastre. Un’anima tubolare in acciaio fino alla sommità dell’obelisco sarà inserita al centro, così da garantire la resistenza sismica. L’appalto è stato assegnato per circa 380 mila euro. Fra spese di progettazione e accessorie, nel complesso sono stati destinati all’intervento 700 mila euro. Col resto del lascito, l’amministrazione ha annunciato di voler procedere all’abbattimento di barriere architettoniche (600 mila euro), al recupero del complesso San Floriano col Teatro Moriconi da riaprire (520 mila). Previsto anche lo spostamento di un’ulteriore statua: una Madonna di Loreto con Bambino del ‘600, rimasta per circa 250 anni in una nicchia sulla facciata del Comune che guarda Piazza della Repubblica e tolta da lì a inizio ‘900, da allora rimasta appoggiata in terra nella chiesa di San Marco. 


Restano extra rispetto al lascito i ridisegni delle due piazze, Federico II e della Repubblica, e i conseguenti lavori: nella prima si chiuderà per ora il “buco” lasciato dalla fontana che se ne va, per la seconda esce di scena il progetto Sardellini-Marasca che era stato invece, ed è tutt’ora, seguito per piazza Pergolesi e Corso Matteotti. Alla doppia progettazione l’amministrazione ha destinato 245mila euro. Intanto il Tar si pronuncerà il 12 maggio sul merito del ricorso presentato dal Comitato referendario contro la bocciatura della sua richiesta di referendum sullo spostamento della fontana. 

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