Lavori in casa a Falconara, minaccia la padrona. «Questa è la camorra, uccido tutti»

Lavori in casa, minaccia la padrona. «Questa è la camorra, uccido tutti»
Lavori in casa, minaccia la padrona. «Questa è la camorra, uccido tutti»
di Federica Serfilippi
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Martedì 26 Settembre 2023, 02:35 - Ultimo aggiornamento: 27 Settembre, 07:09

FALCONARA La padrona di casa chiama gli operai per eseguire dei lavori di manutenzione e lui, affittuario, va su tutte le furie e la minaccia: «Questa è la camorra, uccido tutti». Le invettive pronunciate il 23 marzo del 2016 sono costate a un campano 40enne residente a Falconara nove mesi di reclusione. L’uomo, difeso dall’avvocato Gabriele Galeazzi, doveva rispondere del reato di minacce. Parte offesa era la sua ormai ex padrona di casa, che lo aveva denunciato dopo la piazzata avvenuta nei pressi dell’appartamento che aveva ceduto in affitto all’imputato e alla sua compagna. 

 
I fatti


L’uomo, tornando nell’abitazione, aveva trovato la donna e gli operai.

Lei li aveva chiamati per completare dei lavori di ammodernamento alla rete idrica e del gas. Evidentemente, il 40enne non aveva gradito la vista degli operai. Tanto che, stando a quanto contestato dalla procura, se l’era presa in maniera violenta contro la proprietaria di casa, iniziando a minacciarla in maniera pesante, utilizzando il dialetto napoletano. Le frasi incriminate: «Ti ammazzo, ammazzo te e i tuoi figli» avrebbe detto l’imputato all’affittuaria. E ancora: «Questa è camorra, distruggo tutto. Distruggo te, la tua casa e i tuoi figli». 


La denuncia


Le minacce contestate dalla procura erano avvenute sotto gli occhi di alcuni testimoni, come gli operai presenti in quel momento. Terminata la sfuriata e temendo che l’invettiva si potesse tramutare in qualche episodio vendicativo, la donna era andata a fare denuncia. Denuncia che poi ha portato al processo terminato con la condanna a nove mesi decretata dal giudice Alessandra Alessadroni. Scrive nelle motivazioni della sentenza: «Altrettanto intimidatoria appare l’allusione al ricorso ai metodi camorristici, e tale minaccia è resa credibile dalla provenienza» dell’imputato «da zone dove l’infiltrazione di tali associazioni è plausibile». La difesa sta valutando il ricorso in appello per cercare di rimodulare il verdetto. 

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