FABRIANO - Totale vizio di mente: al momento dei fatti non era capace di intendere e di volere. Sono le risultanze della perizia con cui lo psichiatra Luciano Secchiaroli ha scandagliato la mente di Alessandra Galea, la 50enne accusata di aver ucciso a colpi di lampada il convivente Fausto Baldoni. Il delitto risale alla mattina dello scorso 3 giugno, nell’appartamento di via Castelli, alle porte di Fabriano.
La relazione
Ieri mattina, davanti al gip Sonia Piermartini, l’esperto ha reso note le conclusioni nel corso dell’incidente probatorio fissato proprio per prendere atto delle condizioni psichiche della donna, reclusa in carcere dal giorno del delitto con l’accusa di omicidio volontario aggravato.
La ricostruzione
«Mi sono difesa a mani nude da un tentativo di approccio sessuale, da me non gradito» la versione fornita al gip dalla donna nel corso del primo interrogatorio. Diversa la tesi della procura, rappresentata dal pm Ruggiero Dicuonzo: la 50enne, al culmine di un litigio, avrebbe colpito Baldoni alla testa con una lampada, lasciandolo poi agonizzante a casa. Il corpo dell’uomo era stato trovato privo di vita dai carabinieri e dal personale del 118 dopo l’allarme lanciato dalla sorella: quel 3 giugno non s’era presentato a un pranzo di famiglia. Il cadavere era stato scoperto attorno alle 20. Poco dopo l’arresto della Galea.