Fabriano, uccise il marito a colpi di lampada: «Alessandra Galea era incapace di intendere e di volere»

Fabriano, uccise il marito a colpi di lampada: «Alessandra Galea era incapace di intendere e di volere»
Fabriano, uccise il marito a colpi di lampada: «Alessandra Galea era incapace di intendere e di volere»
di Federica Serfilippi
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Giovedì 23 Novembre 2023, 02:50 - Ultimo aggiornamento: 24 Novembre, 07:24

FABRIANO - Totale vizio di mente: al momento dei fatti non era capace di intendere e di volere. Sono le risultanze della perizia con cui lo psichiatra Luciano Secchiaroli ha scandagliato la mente di Alessandra Galea, la 50enne accusata di aver ucciso a colpi di lampada il convivente Fausto Baldoni. Il delitto risale alla mattina dello scorso 3 giugno, nell’appartamento di via Castelli, alle porte di Fabriano

La relazione

Ieri mattina, davanti al gip Sonia Piermartini, l’esperto ha reso note le conclusioni nel corso dell’incidente probatorio fissato proprio per prendere atto delle condizioni psichiche della donna, reclusa in carcere dal giorno del delitto con l’accusa di omicidio volontario aggravato.

Ebbene, la 50enne sarebbe affetta da un disturbo schizofrenico paranoide. Il giorno del delitto non era capace di intendere e volere. Una condizione che permarrebbe tuttora. Lo psichiatra ha rilevato anche la sua incapacità di stare a giudizio. Il 15 dicembre ci sarà un’ulteriore udienza: in quella data Secchiaroli si esprimerà sull’eventuale pericolosità sociale della Galea. Con una relazione psichiatrica tale, l’ipotesi più probabile è che per la 50enne si profili il proscioglimento e, dunque, la caduta delle accuse. Lo stesso era successo per la sorella, Consuelo, accusato di aver ucciso nel 2014 la mamma con il calcio di un fucile. 

La ricostruzione

«Mi sono difesa a mani nude da un tentativo di approccio sessuale, da me non gradito» la versione fornita al gip dalla donna nel corso del primo interrogatorio. Diversa la tesi della procura, rappresentata dal pm Ruggiero Dicuonzo: la 50enne, al culmine di un litigio, avrebbe colpito Baldoni alla testa con una lampada, lasciandolo poi agonizzante a casa. Il corpo dell’uomo era stato trovato privo di vita dai carabinieri e dal personale del 118 dopo l’allarme lanciato dalla sorella: quel 3 giugno non s’era presentato a un pranzo di famiglia. Il cadavere era stato scoperto attorno alle 20. Poco dopo l’arresto della Galea. 

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