Fatah, mazza in auto e aggressioni: il passato violento dell'omicida di Sirolo

Mazza in auto e aggressioni: il passato violento del killer di Sirolo
Mazza in auto e aggressioni: il passato violento del killer di Sirolo
di Federica Serfilippi
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Venerdì 1 Settembre 2023, 03:25 - Ultimo aggiornamento: 2 Settembre, 07:08

ANCONA «Non si fa scrupolo di portare con sé armi od oggetti atti ad offendere, che poi dimostra anche di poter utilizzare, senza alcuno scrupolo, contro terzi, come avvenuto nel caso di specie, fino ad ucciderli». È un passo dell’ordinanza con cui il gip Sonia Piermartini ha confermato la massima misura cautelare, quella del carcere, per il 27enne algerino Fatah Melloul, accusato di aver ucciso con una fiocina il 23enne albanese Klajdi Bitri, colpito al cuore. 


Il precedente

Nel provvedimento di 13 pagine, proprio in merito al «porto ingiustificato di armi», il gip fa riferimento a un precedente penale dell’algerino, così abituato a girare “armato”.

Risale al novembre del 2019, quando a Falconara, la stessa cittadina dove è stato arrestato domenica sera, era stato fermato dai carabinieri della locale Tenenza e denunciato. Il motivo? Girava in auto con una mazza da baseball modificata, come un’arma alla “Arancia meccanica”. Occultata nel portabagagli, era decorata con dei giri di nastro nero isolante, con la realizzazione di un braccialetto in acciaio all’estremità dell’impugnatura, utile per garantire la presa salda senza mai perdere la mazza, accorgimenti che rendevano l’oggetto ben lontano dall’utilizzo ludico/sportivo.  A febbraio di quell’anno, inoltre, sempre i carabinieri della Tenenza lo avevano denunciato al termine di una notte brava. Stando a quanto ricostruito, l’algerino aveva innescato una lite con un coetaneo incontrato in discoteca, colpendolo con schiaffi e pugni. Il diverbio era nato per futili motivi. Non contento delle botte, l’ algerino aveva anche sottratto alla vittima il cellulare, recuperato poco dopo dai militari che avevano rintracciato lo straniero in piazza Mazzini. Era stato denunciato per furto e lesioni personali, per cui i carabinieri avevano anche proposto il foglio di via dalla città per 3 anni. Una personalità, quella di Melloul, che denotano - come descritto dal gip - «la totale incapacità di contenere e gestire l’ira e la propria aggressività, con un’indole vendicativa e ritorsiva». 

La caccia all’uomo

Per uccidere il giovane operaio, che si era accovacciato dietro a un’auto vedendo la fiocina imbracciata, Melloul sarebbe stato in «preda ad una vera e propria furia omicida». Divampata per futili motivi, in via Cilea, quando ormai poteva «tranquillamente risalire in auto» considerando che la lite sembrava essere finita. Il 27enne, scappato da Sirolo nell’auto che conduceva la sua fidanzata (la sua posizione è al vaglio degli inquirenti) si trova a Montacuto da domenica notte. Il difensore, l’avvocato Davide Mengarelli, farà ricorso al Tribunale del Riesame, per ottenere una misura cautelare meno gravosa. «Ci sono questioni da chiarire in merito alla dinamica» dice il legale. 

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