Eleonora e Daniele, uccisi a Lecce: arrestato il presunto omicida. E' un ex coinquilino e ha 21 anni, studente universitario

Eleonora e Daniele, uccisi a Lecce: arrestato il presunto omicida
Eleonora e Daniele, uccisi a Lecce: arrestato il presunto omicida
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Lunedì 28 Settembre 2020, 22:08 - Ultimo aggiornamento: 23:15

Svolta nelle indagini sull'assassino di Eleonora Manta e Daniele De Santis, uccisi la sera del 21 settembre a Lecce. L'assassino è stato arrestato pochi minuti fa. I dettagli a breve nel corso di una conferenza stampa convocata per le 22,30 nella sede del comando provinciale dei carabinieri di via Lupiae, a Lecce. Dalle poche indicazioni filtrate si tratterebbe di un giovane appartenente alla rete di conoscenze della coppia. L'indagato ha 23 anni ed è di Casarano. Sarebbe un ex inquilino dell'arbitro: aveva affittato una casa lì vicino, a pochi passi dal luogo del delitto. 

Il procuratore Leonardo Leone De Castris ha spiegato come si è arrivati alla cattura. Innanzitutto il nome: «Sottoposto a fermo Antonio De Marco, 21 anni, studente di Scienze infermieristiche, apprendistato presso il Fazzi. Movente da ricostruire». Gli elementi: telecamere, perizia grafica sui bigliettini persi dall'assassino, intercettazioni, pedinamenti e riprese filmate. «Si è arrivati a lui attraverso questo. Il soggetto era stato loro coinquilino, affittuario di una stanza fino all'agosto scorso. Sui biglietini lo studio dell'itinerario ma anche la programmazione dell'azione, da precedere con attività prodromica all'omicidio, su cui per ora non si possono dare ulteriori dettagli. L'omicidio doveva essere una rappresentazione anche per la collettività. Su questo mi fermo, anche nel riconoscimento della presunzione di innocenza dovuta all'indagato. Mi auguro una confessione dell'interessato. Lecce esce da un incubo, quanto acaduto è una rarità nella letteratura criminale».
 

L'AGGIORNAMENTO 

L'indagato è Antonio De Marco, 21 anni, studente di scienze infermieristiche, di Casarano. Il movente è stato ricostruito solo parzialmente. Nelle ultime ore il cerchio intorno al responsabile si stava stringendo sempre di più. All'esame dei Ris di Roma una serie di fotogrammi da cui gli investigatori avevano estratto un identikit. Le immagini, insieme con gli altri elementi nel frattempo raccolti dagli investigatori, sono state evidentemente sufficienti per fermare il sospettato. L'incrocio di elementi probatori deve aver contemplato le tracce lasciate dall'assassino (al momento ancora presunto) attraverso i suoi movimenti in rete e sui sociale e nei suoi spostamenti fisici, così come certificati dal segnale emesso dal suo telefono cellulare.



CHI E' il KILLER

Chi è il killerIl procuratore ha parlato di «fortissima premeditazione: aveva studiato posizione delle telecamere e preordinato tutto». Decisiva è stata la perizia calligrafica del fogliettino perso dall'assassino sul luogo del delitto. Sui foglietti c'era scritto tutto, ha detto De Castris che non ha escluso anche una possibile tortura prima dell'omicidio. «Doveva essere una rappresdentazione per la collettività». Rinvenute anche fascette per bloccare le vittime. «Ora Lecce esce da un incubo. E' stata una rarità nel panorama della crimininalità».

«Ci siamo attenuti unicamente a dari tecnici e allo sviluppo di elementi obiettivi. Perche non ci è ancora chiaro il movente -ha spiegato il procuratore - Per questo abbiamo lavorato con altri 4 magistrati e le indagini dei carabinieri del comando provinciale di Lecce, con i Ros e i reparti scientifici, sono state eccellenti. La ricostruzione delle modalità dell'omicidio secondo impostazione accusatoria si fonda su visione filmati, intercettazioni e parziale perizia di comparazione grafica. Come sapete e stato trovato un bigliettino, che si è stabilito essere stato perso dell'aggressore. Questo ci ha dato la possibilità di confrontare la grafia del biglietto con quella dei documenti. Ci sono stati pedinamenti. E' poi risultato che il soggetto è stato inquilino della coppia fino ad agosto scorso. Fortissima premeditazione è confermata da ispezione che il soggetto ha fatto nei giorni precedenti e dal biglietto che contiene studio per evitare telecamere e purtroppo anche modalità programmazione omicidio, che sarebbe stata preceduta anche da attività prodromica ad omicidio sulla quale non posso dire altro. L'omicidio, siamo portati a ritenere, doveva essere una rappresentazione, anche per la collettività. Nella presunzione di innocenza, è tutto ciò che possiamo dire. Mi auguro una confessione piena da parte dell'interessato. Lecce esce da questa vicenda, che è una rarità nel panorama della criminologia locale».

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