La sarta uccisa dal Covid: «Nonna è morta da sola per un dannato focolaio»

Giannina Fioretti, quarta vittima della casa di riposo Opera Pia Mastai Ferretti è morta martedì in ospedale
Giannina Fioretti, quarta vittima della casa di riposo Opera Pia Mastai Ferretti è morta martedì in ospedale
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Giovedì 23 Aprile 2020, 07:25 - Ultimo aggiornamento: 7 Marzo, 21:23

SENIGALLIA  - Era una sarta Giannina Fioretti, quarta vittima della casa di riposo Opera Pia Mastai Ferretti, morta martedì in ospedale. Aveva 89 anni e finché la salute gliel’ha consentito non ha mai smesso di essere sarta, di tagliare, cucire, confezionare. Qualcosa di innato per lei. Era anche una delle ultime lavandaie ancora in vita. Da ragazza si recava alla fonte del Crocifisso della Valle con il cesto del bucato come si faceva una volta. 

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La ricordano con grande affetto anche a Cesano, dove ha vissuto per tanti anni. Perennemente affaccendata. Una vita intensa, spesso in salita, affrontata con grinta e determinazione, poi è arrivato il Covid. In due settimane le ha tolto ogni forza fino a portarla via. L’ha costretta a restare sola, privandola dell’affetto dei suoi cari, della vicinanza dei figli, dei nipoti. Spogliata di quel conforto umano che rende meno greve il passaggio a miglior vita. La sua solitudine si rispecchia in quella della nipote, che vive a Roma e non può tornare nemmeno per la tumulazione. Non l’è consentito. Anche lei è sola con il suo dolore. 

«Non riesco a darmi pace che ci sia un focolaio nella casa di riposo – racconta la nipote Susanna Starna –, nonna è morta in ospedale, sola. Per me, che sono lontana, l’incubo peggiore è stato l’essere legata alle poche informazioni concesse dai medici. Il poter essere lì col pensiero a consolare mio padre, che piange, è uno strazio». L’8 aprile Giannina Fioretti aveva 39 di febbre. «Ci hanno chiamato dalla casa di riposo per informarci che l’avrebbero trasferita in ospedale – prosegue Susanna -, il tampone è stato fatto il 9 e pochi giorni dopo è arrivato il risultato: positivo. Le sue condizioni sono apparse molto critiche, non aveva solo la febbre ma difficoltà respiratorie impressionanti». Un’altra vittima del Coronavirus. Un numero che si aggiunge ad una lunga lista. Non per la nipote. Giannina Fioretti era la sua amata nonna. «Mi vengono in mente tante immagini di lei – ricorda -, cose splendide che mi ha insegnato. Si buttava in tante cose da fare, era sempre affaccendata anche in cucina, dove al massimo potevano riuscirle con troppo sale o peperoncino ma ha sempre rasentato e più volte raggiunto la perfezione». 

Tanti i ricordi che riaffiorano. «Mi accarezzava il viso con le dita storte e consunte di lavoro e mi diceva “quant sei bella fiola mia”. Mi aveva cucito anche uno splendido vestito di carnevale da Sailor Mercury che ancora dannatamente cerco, perché sono convinta di poterci entrare di nuovo. Cucire era la sua vita. Sei in me nonna nell’uso e abuso dei tuoi modi di dire – conclude la nipote Susanna - che faccio quotidianamente.

Grazie di esserci stata sempre».

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