La rete idrica ad Ancona fa acqua da tutte le parti. «Ora ci pensa l’intelligenza artificiale»

La rete idrica fa acqua da tutte le parti. «Ora ci pensa l’intelligenza artificiale»
La rete idrica fa acqua da tutte le parti. «Ora ci pensa l’intelligenza artificiale»
di Martina Marinangeli
3 Minuti di Lettura
Martedì 29 Agosto 2023, 04:00 - Ultimo aggiornamento: 12:35

ANCONA Ore 6,30: esplode una tubatura principale, il viale della Vittoria si trasforma in un fiume e mezzo quartiere Adriatico resta senz’acqua. Ore 18: cede una condotta fognaria in via XXIX Settembre, creando non pochi disagi. Una domenica da dimenticare per Ancona. Nonostante le due situazioni siano rientrate a stretto giro di posta, la città si riscopre vulnerabile e il vice sindaco Giovanni Zinni invita alla «prudenza. Lo stato di salute della rete per l’acqua potabile e della rete fognaria ci impone di tenere alta la guardia». Ma qual è lo «stato di salute» delle nostre condutture? Rischiamo che episodi come quelli di domenica si ripetano? E con quale frequenza?

 
 

La ricognizione


«La rete idrica, ad Ancona come nel resto d’Italia, è vecchia - la premessa di Moreno Clementi, direttore generale di Viva Servizi -: ha mediamente 50-60 anni».

Dunque l’usura sarebbe alla base delle due rotture andate in scena domenica a poche ore di distanza, «ma non correlabili tra loro», precisa Clementi: «Gestiamo 5200 chilometri di rete, dunque è normale che si incorra in questo tipo di incidenti. Ciò non significa minimizzare, anzi: mi scuso con la cittadinanza che ha dovuto subire dei disagi conseguenti a questa rottura».


I progetti


Ma al di là delle scuse, cosa si sta facendo per evitare che ciò ricapiti? Innanzitutto, si procede con l’ammodernamento della rete. Dei 5200 chilometri gestiti da Viva Servizi, il 53% è in Pead (materiale moderno per realizzare le condutture) e il 30% è in acciaio. «Dunque oltre l’80% della rete idrica è realizzata in materiali moderni - aggiorna il quadro il dg -. Il restante 17% è in materiali obsoleti», tra cui la ghisa grigia di cui è costituita la conduttura che domenica ha subito il guasto nel quartiere Adriatico.

«In media ogni anno rinnoviamo 35 chilometri di rete di distribuzione di acqua potabile - prosegue Clementi -. Ce ne sono rimasti poco più di mille realizzati con materiali non moderni. Se dovessimo andare a sostituirli tutti, ci occorrerebbero più di 30 anni». Ed è dunque evidente che non si possa puntare tutta la strategia solo sulla sostituzione della rete. «Lo facciamo, ma non basta - conferma Clementi -: per questo, abbiamo deciso di procedere con un complessivo intervento di digitalizzazione della rete. Stiamo realizzando un progetto da 37 milioni di euro, finanziato in parte dal Pnrr». Nello specifico, verranno utilizzati modelli di intelligenza artificiale che, attraverso simulazioni matematiche, consentiranno di sapere preventivamente se su un determinato tratto di conduttura potrebbero verificarsi rotture.


La prevenzione


«Così interverremo per prevenire perdite e disagi alla popolazione, anziché ex post - inverte l’equazione il direttore di Viva Servizi -. Entro il 30 settembre, come impone il Pnrr, procederemo con tutti gli appalti e contiamo, nel giro di circa 3 anni, far diminuire le perdite dal 37% attuale al 23%». Intanto, si resta con le dita incrociate, nella speranza che altri quartieri non finiscano sott’acqua.

© RIPRODUZIONE RISERVATA