Ancona, neonato morto dopo 13 ore
ostetrica adesso rischia il processo

L'ingresso dell'ospedale
L'ingresso dell'ospedale
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Giovedì 8 Marzo 2018, 06:15
ANCONA - È morto a tredici ore dal parto. Il papà e la mamma, entrambi residenti a Castelfidardo, non avevano neanche fatto in tempo a gioire per la nascita del loro piccino che erano stati costretti a fare i conti con la sua morte. Il decesso, secondo i consulenti della procura, era avvenuto a seguito di danni cerebrali che avevano compromesso in maniera irrimediabile le condizioni di salute del bimbo. Il suo cuoricino aveva smesso di battere l’11 settembre 2016, nel reparto di Terapia intensiva del Salesi. Dopo un anno e mezzo e dopo aver indagato su sette professionisti, cinque medici e due ostetriche, la procura dorica è arrivata a un punto di svolta nell’inchiesta aperta per omicidio colposo. L’unica che potrebbe rischiare di finire davanti al giudice è un’ostetrica di 35 anni. Per gli altri sei indagati, il pm Marco Pucilli ha chiesto l’archiviazione. Secondo gli investigatori, era stata ll'ostetrica a non rilevare delle anomalie che, mentre la partoriente era in travaglio, erano state ravvisate nel tracciato cardiotocografico. Tali irregolarità avrebbero portato il feto in sofferenza, facendo nascere il bimbo con danni cerebrali irreversibili, alla base del decesso del neonato.  Per la difesa, rappresentata dall’avvocato Alessandro Scaloni, era impossibile per la professionista attribuire quelle anomalie al feto. Nel momento in cui si stava elaborando l’analisi tramite l’esame cardiotocografico, la mamma era in movimento a causa delle contrazioni e del parto imminente. 
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