Alcol e sbandati al Piano: «L'ordinanza funziona, ma dopo i controlli tornano. Apriamo i nostri negozi su appuntamento»

Alcol e sbandati al Piano: «L'ordinanza funziona, ma dopo i controlli tornano. A apriamo i nostri negozi su appuntamento»
Alcol e sbandati al Piano: «L'ordinanza funziona, ma dopo i controlli tornano. A apriamo i nostri negozi su appuntamento»
di Teodora Stefanelli
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 25 Maggio 2022, 08:45

ANCONA - Sguardo basso puntato sul telefonino, si scambiano poche parole tra loro, poi uno afferra un cartone di vino economico e ne trangugia avidamente un sorso mentre l’altro scola la sua lattina di birra. Poi tornano con gli occhi immersi nel piccolo schermo poggiato sulle gambe. Non è neppure mezzogiorno e già quei due ci danno dentro con l’alcol sotto il porticato di corso Carlo Alberto. In realtà l’aperitivo low cost potrebbe costar loro una sanzione, vista l’ordinanza comunale che proibisce di bere per tutte le 24 ore nelle strade del quartiere del Piano. Evidentemente ne approfittano perché in quel momento non ci sono pattuglie in giro. 

Gli eccessi 

L’abuso di vino, birra e superalcolici da queste parti è un problema reale che, a quanto riferiscono operatori e commercianti, danneggia l’immagine dell’intero quartiere fatto di brave persone e onesti lavoratori. L’ultimo episodio domenica scorsa quando il titolare di una pizzeria kebab in corso Carlo Alberto ha dovuto chiamare la polizia perché un nigeriano, palesemente ubriaco, aveva dato in escandescenze: pretendeva di mangiare e di bere a scrocco. Poi era stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale dopo aver minacciato i poliziotti con una bottiglia di vetro. Erano le cinque e mezza del pomeriggio. Nelle scorse settimane poi, non sono mancati episodi di violenza anche in piazza Ugo Bassi, ai giardinetti o nelle vie limitrofe. A questo punto i commercianti si dicono stanchi e chiedono più controlli e un cambio di passo. «Purtroppo siamo considerati un corso di serie b - dice sconsolata Oretta Subissati, titolare del negozio Oggetti e desideri in corso Carlo Alberto - viste le tante mancanze e carenze. Per fare qualche esempio: capita di vedere sulle panchine davanti al negozio gente sdraiata senza scarpe che dorme, persone stravaccate che non fanno niente tutto il giorno. Siamo qui da trent’anni e all’inizio il quartiere era davvero un bijoux. Poi è arrivato il declino. Altro deficit è l’illuminazione che la sera scarseggia». Aggiunge Nils Colpaert, sempre della stessa attività: «Io stesso provengo da un altro paese ma non per questo bisogna essere incivili. È bello mescolare le culture -prosegue - avere usi e costumi differenti, ma sempre ricordando che ci sono delle regole da rispettare e delle norme da seguire. Lo facciamo tutti, devono farlo anche loro. Con l’ordinanza un po’ la situazione è migliorata ma appena si allentano i controlli è un attimo che si ritorna esattamente al punto di partenza. Vanno educate le persone al rispetto delle regole».
Vicino al negozio di oggetti per la casa in corso Carlo Alberto c’è un’altra storica boutique: Carla Moda Bimbi. La titolare, Lorena Brutti, la settimana prossima chiuderà i battenti per dedicarsi completamente ai suoi amati viaggi e per godersi la pensione. Il negozio è presente da sessant’anni ed è un punto di riferimento per l’abbigliamento di maschietti e femminucce: «Qui intorno tutti sono preoccupati perché vogliono sapere chi verrà al mio posto - spiega la negoziante - purtroppo non sono riuscita a trovare nessuno che volesse rilevare l’attività. Staremo a vedere. È un momento complesso per il commercio e ci sono tante variabili da tenere in considerazione. Comunque al di là di tutto questa è una zona servita, ci sono parcheggi ed è un peccato che per colpa di qualcuno ci rimetta il buon nome dell’intero rione».
La parrucchiera Melissa Buonviaggio, titolare di Megi’s hair, ha scelto di tagliare la testa al toro e di aprire il suo negozio solo su appuntamento: «Anche perché almeno si risparmia su luce e gas.

Qui intorno non sono la sola ad aver adottato queste modalità. Purtroppo si è creato un ghetto al Piano e allora conviene restare aperti per i clienti che ci conoscono e ci chiamano. Lavorare in questo modo è la cosa più comoda».

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