Scommesse, indagini su 3 partite Napoli
Totti: stupore e rabbia, ma sono a posto

Antonio Lo Russo, figlio del boss Salvatore, durante Napoli-Catania
Antonio Lo Russo, figlio del boss Salvatore, durante Napoli-Catania
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Mercoledì 8 Giugno 2011, 11:25 - Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 23:11
ROMA - E' sempre pi bufera sul calcio italiano in conseguenza delle inchieste di Cremona e Napoli.Una bufera che oggi ha spinto il governo ad intervenire direttamente. Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha convocato per venerd un vertice urgente al Viminale con il presidente del Coni, Petrucci, e il presidente della Figc, Abete. L'incontro servirà a pianificare la task force auspicata dai responsabili dello sport italiano per affrontare lo scandalo scommesse e le interferenze della camorra evidenziate dall'inchiesta napoletana.



Dopo sette ore si è concluso l'interrogatorio di Massimo Erodiani nell'ambito dell'inchiesta sul calcio scommesse, ma il procuratore capo di Cremona Roberto Di Martino, si è riservato di risentirlo nei prossimi giorni. Al termine del lungo interrogatorio il difensore di Erodiani, Giancarlo De Marco ha spiegato come si sia fatto solo qualche accenno ad alcune partite di serie A, ed in particolare Inter-Lecce, Genova-Lecce, Lecce-Cagliari, Atalanta-Piacenza ma non Genoa-Fiorentina. «Erodiani -ha spiegato il suo legale- non ha avuto contatti con giocatori o dirigenti di società di calcio e l'unico contatto, via chat, fasullo è stato con una persona che si qualificava come ex giocatore, cioè Daniele Corvia. Erodiani tuttavia ritiene che non si trattasse di Crovia ma, forse, dello stesso Marco Paoloni» l'ex portiere della Cremonese dal quale è partita l'inchiesta. Prima di lasciare il tribunale di Cremona De Marco ha poi fatto sapere che nei prossimi giorni chiederà l'istanza degli arresti domiciliari per il suo assistito.



La novità della giornata arriva dalla procura partenopea, che ha deciso di indagare su tre partite del Napoli, due del campionato 2009-2010 (il famigerato Napoli-Parma con la presenza a bordo campo del boss di camorra Lo Russo e Sampdoria-Napoli), e Lecce-Napoli dello scorso campionato. Intanto Christian Vieri, citato da uno degli indagati per Inter-Lecce, dichiara «la propria totale estraneità alla vicenda». Levata di scudi nella capitale dopo la diffusione di un'intercettazione nella quale Erodiani e Pirani parlano del «capitano della giallorossa» in vista di Fiorentina-Roma, citando Daniele Corvia.



Prima lo stupore, poi la rabbia per esser stato svegliato nella notte
e tirato dentro a una vicenda dalla quale si sente completamente estraneo: «Ma io sono tranquillo, sono a postissimo. E le prossime notti tornerò a dormire sereno». Così Francesco Totti ha reagito al fatto di essere stato associato all'intercettazione nella quale si parlava del «capitano della giallorossa» nello scandalo scommesse. Totti è stato informato dal suo staff, non appena rientrato dalla vacanza a Formentera con la famiglia. Ieri una telefonata a notte fonda lo ha svegliato, le indiscrezioni provenienti da Cremona parlavano di una intercettazione in cui compariva il «capitano della giallorossa» come fonte di una informazione per giocare l'over su Fiorentina-Roma. Il capitano della Roma non ha nascosto nè il suo stupore nè la sua rabbia, si è consultato con il suo legale professor Franco Coppi, con quello della Roma, avvocato Antonio Conte, e con i dirigenti del suo club. «Sono totalmente estraneo», ha subito detto ai legali. «Sono tranquillo, però che rabbia...Pur non essendo mai stato nominato, sono comunque stato tirato in ballo», lo stato d'animo rivelato invece agli amici.



La nuova proprietà della Roma scende in campo in difesa del club e di Totti: «Giù le mani dalla Roma e dal suo capitano - dice il responsabile della comunicazione, Tullio Camiglieri - Colpisce il modo in cui si sta tentando di infangare la Roma, centellinando presunte notizie di reato frutto di millanteria di alcune persone. Non è questo il modo di difendere la trasparenza del nostro campionato e la legalità dentro e fuori i campi. Confidiamo che tutto venga rapidamente ricondotto - su un piano di rispetto delle regole degno di uno stato di diritto».



«Francesco Totti è assolutamente e totalmente estraneo» alla vicenda del calcioscommesse e «la Roma tutelerà l'onorabilità del suo capitano agendo nelle sedi giudiziarie - dice l'avvocato Antonio Conte - In riferimento ad alcuni articoli apparsi in data odierna su vari e diversi organi di stampa nazionale, ove alcuni hanno associato il nome di Totti alla vicenda di cui si sta occupando la procura di Cremona, ribadisco l'assoluta e totale estraneità di Francesco ai fatti richiamati nei suddetti articoli. E ribadisco anche che su mandato di Totti agirò senza indugio nelle sedi giudiziarie competenti nei confronti di chiunque abbia leso l'immagine e l'onorabilità del capitano. Aggiungo che l'As Roma, avendone avuta conferma dall'avvocato Cappelli per Unicredit, nelle prossime ore ribadirà fortemente la medesima posizione sia a supporto del suo capitano sia a tutela della società stessa».



Li chiamavano quelli dell'84. Marco Paoloni, Daniele Corvia, e poi Alberto Aquilani, Daniele Galloppa, Damiano Ferronetti. Più Daniele De Rossi, classe '83. Generazione vincente, nella Primavera della Roma, molti di loro hanno fatto fortuna, dal Prenestino o da Ostia fino alla serie A. «Ma uno fa tanti sacrifici, e poi si ritrova così, sputtanato insieme ad arrestati e indagati senza che c'entri nulla», urla Corvia, attaccante ora al Lecce. Assicura di «non avere nemmeno il telefonino di Totti», figurarsi se poteva aver detto che il Capitano lo aveva informato di un 'over' da giocare. Una telefonata strana però oggi emerge. La ricevette il 13 maggio alle nove di sera, da un tal Massimo di Pescara: «Paoloni mi ha detto che mi ridarai tu i soldi che mi deve», la telefonata che - assicurano ora i legali del calciatore leccese - lasciò di stucco il loro assistito. Anche perchè quando Corvia rispose di non saperne assolutamente nulla, Massimo replicò: come al solito Marco mi ha preso in giro, ora se la vede con me. Tre giorni dopo, Corvia presentò un dettagliato esposto alla Procura di Roma e alla Figc. Paoloni era uno di quei ragazzi dell'84, il meno fortunato calcisticamente. Le loro storie tornano a intrecciarsi, a distanza di anni e di chilometri, nel calderone del calcioscommesse. «Che rabbia essere accostato a persone indagate o arrestate, io che non sono niente di tutto questo. E che non conosco nessuna di quelle persone», dice il 27enne calciatore che secondo alcune intercettazioni e le dichiarazioni di Erodiani era colui che informava Paoloni o il gruppo di scommettitori che tutto era aggiustato, dalle parti della sua vecchia squadra, la Magica.



Prima De Rossi, poi il «capitano della giallorossa». «Ma io quelle persone non le ho mai conosciute. Continuano a parlare di me e io mi sento messo in mezzo. De Rossi non lo sento da tantissimo. Con Totti non ho mai parlato in questi anni, l'ho solo incontrato in campo in Lecce-Roma: tra l'altro io entrai nel secondo tempo, una gran parata di Doni mi negò il gol. Quella era stata la mia miglior prestazione dell'anno....Oggi sono a disposizione dei magistrati, però nessuno ancora mi ha chiamato». A dire il vero una denuncia Corvia l'aveva già fatta. Il 13 maqgio scorso, alle nove di sera, al telefonino di Daniele arriva una chiamata di contenuto sospetto, l'interlocutore è sconosciuto. Tre giorni dopo, con l'aiuto del suo avvocato Giovanni Del Re presenta un dettagliato esposto alla Procura di Roma e a quella della federcalcio. Solo dopo, assicura il suo legale, capirà che quel tizio anonimo era Erodiani, lo stesso che ora lo sta «mettendo in mezzo».



Romano di Largo Preneste,
la scuola calcio al Savio, storica fucina di talenti del calcio romano, poi a 10 anni il settore giovanile della Roma. »Con Paoloni ho giocato nella Primavera. Scommesse? Avevamo 16 o 17 anni, eravamo ragazzi e Marco mi sembrava uno normale - racconta Corvia - Poi è arrivato a giocare certe cifre, perfino a mettere il sonnifero nel thè dei compagni. Non so in che giro sia finito. L'ultima volta che ci siamo trovati era a Terni, cinque anni fa, io giocavo e lui faceva il secondo portiere. Da allora, nessun contatto più, forse al massimo una telefonata a Natale per gli auguri, e chi se lo ricorda....I contatti li ho mantenuti con altri ex Roma, Galloppa ad esempio con cui sono amico«. C'è poi anche il Lecce, secondo le indiscrezioni che filtrano da Cremona, tra le squadre di A sospettate. «Io e la mia squadra dormiamo sopra dieci guanciali, non uno», la difesa di Corvia. Al quale però sta a cuore soprattutto la sua posizione. «Corvia è assolutamente estraneo, contro di lui è un accanimento», dice l'avvocato Del Re. «Ho moglie e due figli, li tengo fuori da questa storia ma tutto quel che si dice su di me, senza che io sia mai citato nell'ordinanza del gip, fa male anche a loro. Io sono indignato, anzi proprio incazzato, scrivetelo pure.» In fondo la sua storia non è dissimile da quella dell'ex compagno di giovanili De Rossi: «La mia situazione è simile alla sua: solo che lui è De Rossi, e io solo Corvia. Però anche io ho due braccia, due gambe e un'anima».



Da Giuseppe Signori, quando gli fu prospettata la possibilità di giocare la partita Inter-Lecce,
in un incontro nello studio del suo commercialista il 15 marzo scorso, venne un «secco no». Lo ha spiegato la difesa al termine dell'interrogatorio di garanzia dell'ex calciatore. L'avvocato di Signori, Silvio Caroli, ha spiegato che, nell'interrogatorio, durato poco più di un'ora, si è parlato quasi esclusivamente dell'incontro del 14 marzo nello studio dei commercialisti di Signori in cui l'ex calciatore era stato invitato per conoscere delle persone. All'incontro aveva trovato il calciatore Antonio Bellavista e il titolare di agenzie di scommesse Massimo Erodiani i quali gli avrebbero proposto di finanziare un affare, cioè, per l'appunto, la combine di Inter-Lecce. «Da Signori venne immediatamente un secco no» e, in quell'incontro, non si sarebbero fatti i nomi di giocatori «perchè non si sapeva se ce ne sarebbero stati di addomesticabili». Il legale ha detto che già domani presenterà istanza di revoca dell'ordinanza con cui il gip Guido Salvini aveva disposto gli arresti domiciliari.



La procura di Napoli ha affidato alla squadra mobile l'incarico di acquisire i filmati di tre partite del campionato di serie A appena concluso e di quello precedente. L'attenzione si concentra - oltre che su Napoli-Parma del 10 aprile 2010, concluso 2-3 con la vittoria in rimonta degli emiliani e già al centro dell'attenzione per la presenza a bordo campo del boss Lo Russo - anche su Lecce-Napoli dell'8 maggio scorso, finita 2-1, e su Sampdoria-Napoli 1-0, ultima partita del campionato 2009-2010. L'attenzione del pool di magistrati coordinati dal procuratore aggiunto Giovanni Melillo sarebbe stata attirata da dichiarazioni di persone orbitanti nel mondo delle scommesse. I magistrati procedono per l'ipotesi di reato di frode sportiva.



Il presidente Aurelio De Laurentiis era stato durissimo al termine della gara con il Lecce persa per 2-1. «Sembrava - disse l'8 maggio - che la squadra fosse scesa in campo per una scampagnata. I giocatori non sono degni di indossare questa maglia e di rappresentare i colori del Napoli». Quel ko arrivò in una fase negativa del campionato azzurro, con tre sconfitte in quattro gare e in quel momento il terzo posto ancora in bilico. Il Napoli subì il gol decisivo all'89' con un sinistro da fuori area di Chevanton. «La gara è stata decisa da un gol all'ultimo minuto, è vero - commentò il presidente - ma è stata una prestazione che mi ha reso molto triste. Oggi abbiamo dimostrato di non essere un gruppo coeso, capace di concentrarsi nei momenti decisivi.. È vero che il terzo posto finale poteva starci, ma una sconfitta del genere, rimediata così, pesa». Nel mirino di De Laurentiis anche Cavani. «Non bisogna farsi espellere e commettere leggerezze del genere (espulsione di Cavani e giallo a Mascara: entrambi avrebbero poi saltato la gara contro l'Inter, ndr). La squadra vista oggi ha offeso i tifosi: per questo sono molto, molto addolorato». Due giorni dopo De Laurentiis aveva fatto marcia indietro. «La reazione che ho avuto a Lecce è stata quella del tifoso deluso dall'aver sprecato un'occasione importante. In me albergano due anime, quella del presidente e quella del tifoso e, quando sono sugli spalti, viene fuori quella del sostenitore. Poi, come presidente, già una volta arrivato all'aeroporto mi ero calmato. Ho fatto un rewind del film Napoli e mi son detto che dove eravamo arrivati era già un traguardo visto che all'inizio si parlava di classificarci tra il quinto ed il decimo posto».



De Laurentiis oggi ha parlato della presenza di Antonio Lo Russo a bordo campo per Napoli-Parma. «Questo signore presentato nelle foto era vicino a un rappresentante delle forze dell'ordine ed era alle dipendenze di un manutentore del campo di gioco, quindi non è che il calcio Napoli può stare all'entrata a verificare la fedina penale di tutti quelli che entrano, altrimenti dovremmo anche investigare, e non solo sui frequentatori dello stadio - ha detto il presidente - A me non risulta che il Napoli sia coinvolto. Per quanto riguarda la presenza allo stadio di determinati elementi, le società di calcio non possono mai essere considerate come responsabili perchè allo stadio possono non andare solo coloro che sono colpiti da Daspo, tutti gli altri in luoghi pubblici possono avere accesso: questa è la legge, questa è la regola. Noi abbiamo 700 steward le cui liste sono presentate agli uffici della questura, però bisognerebbe stabilire con il ministro degli Interni se in un impianto sportivo pubblico di così grande capienza debbano essere ammessi coloro che hanno reati diversi da quelli da stadio».



Zingaretti: attenti al tritacarne. «Sulla vicenda del calcio scommesse si faccia luce al più presto per l'interesse di tutti e per lo sport italiano. Al tempo stesso, però, attenti ai tritacarne che infangano tutti e che rischiano di creare confusione e di dare messaggi sbagliati, e per questo esprimo tutta la mia solidarietà a Francesco Totti - dice il presidente della Provincia di Roma - Man mano che l'inchiesta va avanti, stanno emergendo cose inquietanti come il coinvolgimento della camorra. Ma ci vuole prudenza con i processi a prescindere perchè nel tritacarne può finirci chiunque».



Capezzone: solidarietà a Totti. «Desidero esprimere la mia totale solidarietà a Francesco Totti, come ho già fatto nei giorni scorsi per Daniele De Rossi - dice Daniele Capezzone, portavoce del Pdl -Da cittadino esprimo il mio sconcerto per la naturalezza con cui, ormai, i media infilano chiunque nel tritacarne, anche quando si tratta soltanto di voci, di ipotesi magari infondate, di riferimenti senza nome o confusi. Eppure, la formuletta giornalistica è già pronta: “Spunta il nome di Tizio, Caio, Sempronio”. Possibile che tanti giornalisti non si rendano conto del fatto che così si può massacrare chiunque? È sufficiente che una persona sia evocata da altri, magari da un millantatore totale, magari a sproposito, magari falsamente, e il malcapitato si ritrova fatto a pezzi, sbattuto sui giornali, e comunque 'coinvoltò. Ormai, in questo Paese, in cui pure tutti amano citare la Costituzione, la presunzione di innocenza (che vale per tutti, fino a sentenza definitiva di condanna) è un concetto che è stato archiviato dal giustizialismo selvaggio e dal sensazionalismo montante. Ma c'è di più: ora, come dimostrano i casi di Totti e De Rossi, si va affermando una presunzione di coinvolgimento che può travolgere chiunque, anche chi è estraneo a una vicenda, ma viene comunque tirato in ballo. Ma è giornalismo, questo? Non auguro a nessun giornalista di vedere un giorno il proprio nome dato in pasto ai media per una vicenda spiacevole. Ognuno farebbe bene a chiedersi: e se capitasse a me?».
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