Calcio scommesse, 30 le partite truccate
Pm: sensazione grossi problemi in serie A

Antonio Lo Russo a bordo campo per Napoli-Parma (Ciro Fusco - Ansa)
Antonio Lo Russo a bordo campo per Napoli-Parma (Ciro Fusco - Ansa)
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Martedì 7 Giugno 2011, 13:33 - Ultimo aggiornamento: 8 Luglio, 00:29
ROMA - Sarebbero una trentina le partite truccate in vari campionati, ha detto oggi Marco Pirani nell'interrogatorio davanti al procuratore di Cremona Roberto Di Martino. Diciotto di queste erano gi note nell'inchiesta, le altre no. Tra le novità una vecchia partita di serie A (che non farebbe parte del gruppo oggetto di inchiesta a Cremona) e due di B. Pirani avrebbe spiegato che gli episodi di manipolazione delle partite gli erano riferiti da Massimo Erodiani e di essersi sentito talvolta isolato dal gruppo dei bolognesi e degli zingari in presenza di forti scommesse. Lo si è appreso a conclusione del suo interrogatorio, iniziato a mezzogiorno e concluso nel tardo pomeriggio.



Secondo gli inquirenti la gran parte delle combine riguardavano partite delle serie minori anche se c'è la sensazione che potessero essere manovrate alcune partite di serie A. Per combinare una partita della massima serie sarebbero però stati necessari almeno 400-500mila euro, con le relative difficoltà del caso. Gli inquirenti hanno definito «molto collaborativo» Pirani che più volte ha citato Massimo Erodiani come la fonte delle sue informazioni.



Le sensazioni del pm. Il procuratore Roberto Di Martino ha «la sensazione che ci siano grossi problemi in serie A, che ci siano incontri truccati. È una sensazione e una sensazione senza riscontri non è una prova. La sensazione è, però, che in serie A le combine non siano fra i giocatori ma fra le società».



Nuove rivelazioni vengono fuori dalle intercettazioni telefoniche dell’ex capitano del Bari, Antonio Bellavista. Oltre alle partite sotto inchiesta c'è anche una frase dell’ex calciatore sulla partita Milan-Bari del 13 marzo 2011 terminata 1-1 con le reti di Rudolf e Cassano. La partita non è compresa tra quelle indagate e non è compare quindi nelle ordinanze, ma in una delle registrazione Bellavista si giustificherebbe con alcuni scommettitori sul motivo per cui il match tra i pugliesi e i rossoneri non sarebbe finita con un “over”. I giocatori del Bari avrebbero infatti «avuto paura di essere scoperti dalla società» e si sarebbero quindi tirati indietro dalla combine. Gli investigatori ritengono queste dichiarazioni millanterie, ma durante gli interrogatori ne chiederanno conto a Bellavista.



Un nuovo fascicolo su Napoli-Parma dell'aprile 2010 potrebbe essere aperto dalla Procura di Napoli sulla base degli elementi raccolti negli ultimi giorni, e in particolare sulla fotografia in cui Antonio Lo Russo, esponente dell'omonimo clan camorristico del quartiere Miano, compare a bordo campo durante la gara. Nel giorno della partita Lo Russo era ancora in libertà, ma di lì a pochi giorni sarebbe diventato - e lo è tuttora - latitante per un'ordinanza di custodia per droga. E' verosimile che la Procura disponga accertamenti sull'immagine, scattata dal fotografo dell'Ansa Ciro Fusco: la delega ai carabinieri del gruppo di Castello di Cisterna potrebbe arrivare nei prossimi giorni. Il precedente fascicolo, aperto dal pm Luigi Alberto Cannavale sulla base delle dichiarazioni del boss pentito Salvatore Lo Russo, zio di Antonio, era stato invece inviato nel luglio dello scorso anno alla Procura della Federcalcio, perchè non erano emersi elementi sufficienti a sostenere accuse penali. «Mi meraviglio che la società calcio Napoli permetta a certa gente di stare a bordo campo. Il calcio deve cambiare, ci sono troppi soldi che girano attorno a quel mondo. Ne parlerò domani con De Laurentiis», ha commentato il sindaco Luigi De Magistris.



Il procuratore aggiunto di Napoli, Rosario Cantelmo, ha interrogato a Roma in qualità di teste un esperto di giocate elettroniche nell'ambito dell'inchiesta sul clan camorristico dei D'Alessandro di Castellammare di Stabia, che lo scorso ottobre portò all'arresto dell'ex attaccante dell'Avellino e del Sorrento, Cristian Biancone. L'interrogatorio si è svolto nella capitale poichè lì il magistrato aveva altri impegni. L'obiettivo di Cantelmo, che segue le indagini assieme ai sostituti Pierpaolo Filippelli e Claudio Siragusa, è comprendere meglio i meccanismi con cui avvengono le giocate e il sistema dei flussi. I pm intendono incrociare i dati degli incontri sospetti con le informazioni ricavate attraverso le intercettazioni. L'ipotesi investigativa è che il clan D'Alessandro, anche corrompendo alcuni calciatori, sia riuscito a pilotare l'esito di incontri di calcio; l'attenzione degli investigatori è focalizzata su diversi incontri, anche di serie A.



«Erano arrivate delle voci su una combine Inter-Lecce che poi non si sono rivelate vere». Manlio Bruni, il commercialista di Beppe Signori ha confermato al gip Guido Salvini l'impianto accusatorio dell'inchiesta, anche se, sottolinea lui stesso al termine dell'interrogatorio, «non c'era nessuna centrale di scommesse nel nostro studio». ll commercialista, che è agli arresti domiciliari, in tre ore ha spiegato la sua versione al gip «confermando l'impianto accusatorio - ha detto il suo legale, Fausto Bruzzese - e fornendo particolari per chiarire la nostra posizione».



«Non ho mai avuto rapporti con il calcio giocato - ha sottolineato Bruni - ci sono state date della dritte sbagliate su Inter-Lecce e noi abbiamo giocato. Ma non c'era nessun illecito su quella partita tanto è che abbiamo perso». Al gip Bruni avrebbe fatto il nome di Massimo Erodiani e Antonio Bellavista come i due che avrebbero fornito la dritta sulla partita, poi rivelatasi sbagliata. In merito alle altre due partite che vengono contestate al commercialista, Atalanta-Piacenza e Benevento-Pisa, Bruni ha detto che su quegli incontri «noi non abbiamo giocato. Quanto a Beppe Signori, è un mio amico e sono il suo commercialista - ha aggiunto - ma non abbiamo fatto scommesse insieme. Quello che voi chiamate clan dei bolognesi ha giocato una sola partita e ha perso».



Francesca La Civita, la trentenne pescarese titolare di alcune agenzie di scommesse a Pescara e ad Ancona, si è avvalsa della facoltà di non rispondere. La donna, che è agli arresti domiciliari, è comparsa davanti al gip di Ancona Alberto Pallucchini, che doveva sentirla per rogatoria per l'interrogatorio di garanzia. Secondo gli investigatori le agenzie sarebbero riconducibili a Massimo Erodiani, ritenuto uno degli organizzatori del giro.



«Mandateci gli atti per consentirci di accelerare sul versante sportivo dell'inchiesta».
È questo il senso di una telefonata che il capo della procura della Figc, Stefano Palazzi, ha fatto di nuovo (dopo quella susseguente allo scoppio dello scandalo) poco fa al pubblico ministero di Cremona, Roberto Di Martino. La risposta del magistrato è stata collaborativa: ha infatti preannunciato l'arrivo delle prime carte entro fine settimana. È escluso quindi, si fa presente in ambienti federali, l'arrivo di parte della documentazione per oggi, come invece era dato per quasi certo.



Nessuna anomalia nei flussi di gioco giunti ai concessionari autorizzati dai Monopoli di Stato per le tre partite di Serie A indicate dall'odontoiatra Pirani negli interrogatori alla Procura di Cremona. L'analisi di Agipronews delle giocate raccolte nelle agenzie e nei siti legali conferma che il gioco fu regolare e senza scossoni. Genoa-Lecce: la partita finì 4-2 ma i flussi delle giocate -confermano i bookmaker italiani- furono regolari. In una situazione in cui il Lecce era a rischio retrocessione e il Genoa senza particolari motivazioni di classifica, il 51 per cento delle puntate si concentrò sul «2» (pagato 4,20), il 41 sulla vittoria della squadra di casa (2,10) e appena il 7 sul pareggio, ritenuto evidentemente improbabile malgrado una quota non elevatissima (2,35).



Fiorentina-Roma:
è il match (terminato 2-2) in cui Totti, con una doppietta, tocca quota 201 gol. Fiorentina favorita in lavagna (2,45 la quota) e 62% delle giocate sul successo viola, 24% sul colpaccio giallorosso (3 contro 1) e solo il 13% sul pareggio, pagato 3,20 in agenzia, vale a dire il risultato con il quale si concluse la partita.



Lecce-Cagliari: una pacchia per il «banco»: le giocate erano divise tra vittoria del Lecce (1,50, poi scesa rapidamente prima della partita), scelta dal 39% degli scommettitori, e quella del Cagliari: la quota per il «2» rossoblù era talmente alta (8 contro 1 in apertura) da attirare addirittura il 51% delle scommesse. Niente di fatto: la partita finì con un rocambolesco 3-3, su cui aveva giocato solo il 10% dei giocatori.



Dopo la serie B anche la Lega Pro ha chiesto di entrare nel procedimento sulle partite truccate in corso alla Procura di Cremona, come parte offesa. La Lega Pro ha annunciato anche che si costituirà parte civile nell'eventuale processo sullo scandalo scommesse. A rappresentare la Lega Pro è l'avvocato Salvatore Catalano. Poco dopo le 12 al tribunale di Cremona è iniziato l'interrogatorio di Marco Pirani, uno degli arrestati nell'inchiesta sulle partite truccate, da parte del procuratore capo Roberto Di Martino. Pirani è una delle figure chiave dell'organizzazione che scommetteva sulle partite.Da quanto si apprende, poi, la procura di Cremona, nei limiti previsti dal Codice, avrebbe intenzione di dare la massima collaborazione alla giustizia sportiva, sia nei confronti della Federcalcio che della Lega Calcio. Nei prossimi giorni infatti è prevista anche una visita del procuratore federale Stefano Palazzi al tribunale di Cremona. La Lega Pro, infine, ha anche deciso di fare una radiografia completa di tutte le scommesse effettuate su tutte le partite del campionato 2010-2011. Lo scopo è verificare che non ci siano ulteriori puntate 'anomalè oltre a quelle già segnalate da alcune società di scommesse.
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