Dall’Ascoli all’Ancona-Matelica: «Stadi al 50%, un bel passo avanti ma la priorità è vincere la guerra»

La tribuna dello stadio di Pesaro in una foto d'archivio
La tribuna dello stadio di Pesaro in una foto d'archivio
di Peppe Gallozzi
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Sabato 24 Luglio 2021, 08:32 - Ultimo aggiornamento: 25 Luglio, 08:58

ANCONA - Riapertura degli stadi con capienza ridotta al 50% e obbligo di Green pass per gli spettatori. La declinazione sportiva del decreto legge in vigore dal prossimo  agosto è sotto la lente di ingrandimento dei dirigenti della società del calcio professionistico marchigiano.

Da ieri stanno studiando il decreto e approfondendo tutti i possibili risvolti della questione.

Sconfiggere il virus
«La riapertura al 50% è un primo passo ma voglio restare sempre prudente su questi discorsi legati alla pandemia – spiega il direttore sportivo dell’Ascoli Calcio Fabio Lupo – La priorità resta sempre quella di sconfiggere il Covid, un Covid che è il nemico di tutti e non solo del calcio. Ben venga questo passo ma l’importante è non indietreggiare nella nostra battaglia. Green pass? Restiamo in posizione d’attesa, sicuramente è una garanzia in più ma gli stessi dati ci dicono che non è sufficiente da solo per debellare il virus. Dobbiamo rimanere sempre attenti e adeguarci a ciò che ci verrà detto dal Comitato tecnico scientifico».

 
Il pubblico è necessario
Roberta Nocelli, direttore generale dell’Ancona-Matelica, plaude alla riapertura con capienza del 50% esprimendo anche la sua idea in merito al Green pass: «Un’altra stagione senza pubblico sarebbe stata insostenibile.

Lasciando stare il discorso economico, in Lega Pro i tifosi sono il calcio nel vero senso della parola. Passare da zero alla metà del pubblico è sicuramente un buon risultato. Parlando del Green pass non so se sia o meno la scelta giusta, sicuramente a supporto di questa disposizione ci saranno stati studi e approfondimenti importanti che hanno portato a prendere la decisione. Da parte nostra prendiamo atto di questo e faremo di tutto per garantire il rispetto delle regole a tutela della salute delle persone».

A far eco alla Nocelli arrivano anche le parole di Fabio Massimo Conti, direttore generale della Fermana: «Il segnale è importante per mille motivi. I tifosi in Serie C sono importante per un discorso di contorno, un contesto sociale e culturale. Nella maggior parte dei casi gli incassi non spostano gli equilibri quindi non dobbiamo farne un discorso prettamente economico. Green pass? Il problema principale sono i vaccini, la certificazione è una conseguenza. Non credo onestamente che chi rifiuta il vaccino cambierà idea per entrare allo stadio o al ristorante…».


Sì al certificato verde
La Vis Pesaro, nelle parole del responsabile del marketing Guerrino Amadori, prende posizione riprendendo anche i pensieri dei “colleghi”: «Contenti per questa riapertura, seppur parziale, ma fondamentale nella nostra categoria. Senza tifosi per le società diventa veramente difficile andare avanti e l’ultimo anno ce lo ha mostrato. Il Green pass è un qualcosa che farà parte della nostra vita, siamo favorevoli se servirà a ritrovare normalità».

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