ANCONA - Riapertura degli stadi con capienza ridotta al 50% e obbligo di Green pass per gli spettatori. La declinazione sportiva del decreto legge in vigore dal prossimo agosto è sotto la lente di ingrandimento dei dirigenti della società del calcio professionistico marchigiano.
Da ieri stanno studiando il decreto e approfondendo tutti i possibili risvolti della questione.
Sconfiggere il virus
«La riapertura al 50% è un primo passo ma voglio restare sempre prudente su questi discorsi legati alla pandemia – spiega il direttore sportivo dell’Ascoli Calcio Fabio Lupo – La priorità resta sempre quella di sconfiggere il Covid, un Covid che è il nemico di tutti e non solo del calcio. Ben
Il pubblico è necessario
Roberta Nocelli, direttore generale dell’Ancona-Matelica, plaude alla riapertura con capienza del 50% esprimendo anche la sua idea in merito al Green pass: «Un’altra stagione senza pubblico sarebbe stata insostenibile.
A far eco alla Nocelli arrivano anche le parole di Fabio Massimo Conti, direttore generale della Fermana: «Il segnale è importante per mille motivi. I tifosi in Serie C sono importante per un discorso di contorno, un contesto sociale e culturale. Nella maggior parte dei casi gli incassi non spostano gli equilibri quindi non dobbiamo farne un discorso prettamente economico. Green pass? Il problema principale sono i vaccini, la certificazione è una conseguenza. Non credo onestamente che chi rifiuta il vaccino cambierà idea per entrare allo stadio o al ristorante…».
Sì al certificato verde
La Vis Pesaro, nelle parole del responsabile del marketing Guerrino Amadori, prende posizione riprendendo anche i pensieri dei “colleghi”: «Contenti per questa riapertura, seppur parziale, ma fondamentale nella nostra categoria. Senza tifosi per le società diventa veramente difficile andare avanti e l’ultimo anno ce lo ha mostrato. Il Green pass è un qualcosa che farà parte della nostra vita, siamo favorevoli se servirà a ritrovare normalità».