Melchiorri, si sente al 100%?
«Il gomito sta bene, domenica indosserò un tutore ma solo per precauzione».
Al di là degli obiettivi di classifica anche la sfida a distanza tra lei e Sbaffo rievoca un passato in altre categorie
«Sbaffo è stato determinante per la Recanatese con tredici gol, è l’uomo-simbolo dei leopardiani. Sarà una grande sfida. Nonostante questo gli stimoli sono tanti, dobbiamo arrivare ben concentrati ad un appuntamento fondamentale».
Il modo di giocare di Donadel può esaltare le caratteristiche sue e di Spagnoli?
«Partire al centro mi entusiasma di più, non lo nego».
Un’eventuale staffetta tra voi la preoccupa?
«No, nella maniera più assoluta. La concorrenza fa bene alla squadra, più giocatori forti ci sono e più l’Ancona ha chance di vittoria».
Lei ha fatto vedere le cose migliori quando è stato impiegato da centravanti. Quando invece l’ex allenatore Colavitto ha deciso di utilizzarla lateralmente ha faticato di più. E’ d’accordo con questa disamina?
«Nella mia carriera sono stato impiegato poco da esterno ma forse, per attitudini, ero più adattabile rispetto ad Alberto (Spagnoli, ndr). I risultati non sono arrivati ma guardare indietro serve a poco».
Come avete vissuto il cambio d’allenatore negli spogliatoi?
«L’arrivo di Donadel ha portato entusiasmo e aria fresca in un momento negativo. Poi la vittoria ha fatto la sua parte ma non possiamo fare l’errore di rilassarci perché potrebbe essere letale».
Si trova bene ad Ancona?
«Benissimo, sin dal primo giorno».
Pensare di poter chiudere la carriera qui è utopia?
«Ancora non ci penso ma se dovesse esserci la possibilità sarei ben felice di farlo».
Tra lei e Marco Donadel ci sono solo tre anni di differenza, come è il rapporto tra voi in allenamento?
«Adesso come adesso è un normale rapporto tra allenatore e giocatore. Ci sarà tempo per confrontarsi e parlare, dalle impressioni avute abbiamo di fronte un mister molto aperto al dialogo».
Sembra contento sia di aver scelto il biancorosso sia della situazione attuale...
«Molto contento e l’abbraccio arrivato a fine partita sabato lo testimonia. Ci sono molti sentimenti in quel gesto, in primis certifica la forza del gruppo. Siamo compatti e coesi tra noi, ci vogliamo tutti bene e c’è grande unione. Con queste premesse i problemi si superano sempre».