URBINO - Sguardi innamorati, estasi mistiche, attrazioni fatali e paesaggi tempestosi, tra religiosità e mitologia. Non c’è aspetto dell’immaginario, che la nostra cultura occidentale ha stratificato nei secoli, che manchi nella mostra “L’altra collezione”.
Il vernissage
È stata inaugurata ieri mattina a Urbino, nell’Appartamento degli Ospiti, affacciato sul Cortile d’onore del Palazzo Ducale. È una selezione di opere conservate nei depositi della Galleria Nazionale delle Marche, condotta in occasione dei lavori di riordino e messa a norma dei locali, in cui è raccolta una gran parte, circa l’80%, della collezione. Al direttore Luigi Gallo è sembrato necessario procedere a un censimento, cui è seguito il restauro di opere che, per diversi motivi tra cui la fragilità, nel caso dei disegni, e le dimensioni, trattandosi di pale d’altare, non erano entrate nel repertorio espositivo. Come Cenerentole della galleria, tornano ora all’ammirazione dei visitatori. «Definiamo questa una mostra di ricerca – ha chiarito Luigi Gallo nel presentarla, davanti a un folto pubblico di esperti – perché è l’esito di una ricognizione, condotta, con me, da Valentina Catalucci e da Andrea Bernardini, sulla storia dei depositi d’arte di Palazzo Ducale, e delle opere stesse». Dal 1913, quando la Galleria Nazionale delle Marche trovò sede nella dimora rinascimentale di Federico da Montefeltro, i soprintendenti che si sono succeduti alla direzione hanno di volta in volta operato delle scelte. «Il compito che ci è stato assegnato, di amministrare nel migliore modo possibile il patrimonio che la nostra civiltà del passato ci ha tramandato, ci impone di valorizzarlo, di averne cura, e di divulgare, nei limiti del possibile, la sua ricchezza. Con onestà». Così, con elegante understatement, il direttore della Galleria Nazionale delle Marche ha concluso ieri la sua presentazione, prima di condurre gli ospiti a visitare la mostra.
Il percorso
Nel sobrio e originale allestimento ideato da Marco Di Nallo, che allude alla semplicità funzionale dei supporti scorrevoli dei depositi, pannelli dipinti di azzurro ottanio e grate di metallo sorrette da montanti in legno grezzo accompagnano, anche grazie a una suggestiva illuminazione, il visitatore si muove lungo un percorso virtuoso.
La biblioteca
E a consolidare il ruolo che ricopre Palazzo Ducale nella tradizione artistica, non solo marchigiana, ieri è stata intitolata la biblioteca di storia dell’arte, che vi ha sede, a Pasquale Rotondi, il soprintendente che, negli anni ‘40, seppe mettere in sicurezza dai pericoli della guerra capolavori di mezza Italia. Emanuela Cappellacci, che ne è la responsabile, ha annunciato che ora il catalogo bibliografico, ricco di 20mila volumi, è consultabile online nel Sistema Bibliotecario Nazionale.