Tiziano Ferro e l'alcolismo: «Sette anni fa ho smesso di bere. Ho imparato ad accettare le cose che non posso cambiare»

Tiziano Ferro e l'alcolismo: «Sette anni fa ho smesso di bere. Ho imparato ad accettare le cose che non posso cambiare»
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Giovedì 9 Novembre 2023, 15:57

«Sette anni dall’ultimo bicchiere e dal primo giorno con la serenità di accettare le cose che non posso cambiare. Semplicemente e onestamente, solo grato». Con un post su Instagram Tiziano Ferro, 43 anni, festeggia 7 anni dalla sua rinascita. Il cantante, che recentemente ha annunciato di aver divorziato dal marito Victor Allen con cui ha 2 figli, ha spesso confessato i drammi e le difficoltà della sua vita. Il bullismo, ma anche l'alocl e la bulimia.

Gli anni da alcolista

«Ero un alcolista e volevo morire», raccontò Ferro nel documentario che ha ripercorso la sua carrera. «Una sera la band mi convinse a bere. E da lì non mi sono fermato più. Bevevo quasi sempre da solo, l’alcol mi dava la forza di non pensare al dolore e alla tristezza, ma mi portava a voler morire sempre più spesso. Ho perso occasioni e amici. Io ero un alcolista. L’alcolismo ti guarda appassire in solitudine, mentre sorridi di fronte a tutti», ha spiegato Tiziano Ferro, per cui le radici del male sono affondate in un’infanzia fatta di bullismo e violenza. «Nessuno mi poteva sopportare quando bevevo. E chi ci riusciva o aveva pietà, o era come me. O più disperato di me. Oggi che non bevo da diversi anni ho capito che quella disperazione aveva un senso, uno solo: aiutare qualcun altro…Io devo smettere di bere, mi ripetevo. Avevo le transaminasi alte. Iniziavo ad avere problemi di fegato. Non volevo morire per una cosa simile. No».

I disturbi alimentari

«Quando ho cominciato la carriera, c’era qualcosa nell’aria, qualcosa di non detto, alla fine ho capito qual era il problema per loro, perché non si muoveva niente: ero troppo grasso - raccontò - Da lì ho cominciato a soffrire di disordini alimentari. Non mi godevo niente di quello che mi succedeva perché pensavo sempre al cibo. Avevo fame e mangiavo poco o niente per non ingrassare».. Poi l'ansia e la paura«Non riuscivo a non bere ma invidioso di chi, di fronte a un momento di vuoto, lo accetta per quello che è e va incontro a ciò che la giornata non ha da offrire.

L’ignoto. Ma gli alcolisti non contemplano l’ignoto. Ogni notte pensavo: da domani ricomincia la guerra. La guerra a immaginarmi nel mondo senza l’alcol, a immaginarmi tra la gente senza bere ma senza sottrarmi». Poi Tiziano è finito in ospedale. «Ma solo in ospedali belli…Ma la verità è che ero come tutti quelli che bevono. Ero come loro. E quella dolente umanità era come me. Io ero un alcolista. E avevo solo trentaquattro anni».

 

Il bullismo

«Non sono mai stato il primo della classe, ero anonimo, non bello, per niente atletico, anzi grasso, timido, i ragazzi mi chiamavano ciccione, femminuccia, sfigato. Aspettavo che qualcuno intervenisse per difendermi, ma non succedeva mai. Vivevo perennemente frustrato, incazzato e anche umiliato. Poi ho cantato per la prima volta e il mondo è cambiato. La musica era l’unica cosa che avevo, un canale per esprimermi in un mondo nel quale non mi riconoscevo», ha proseguito oltre Ferro, che la fama, di primo acchito, ha vissuto come un dolore.

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