«Le prese in giro erano una cosa normale. Ero in sovrappeso, oltre che fuori da ogni giro di amicizie. Non ricordo un giorno della mia vita senza le parole brutte. Mi ero abituato, avevo accettato di essere difettato. Avevo imparato che siccome ero troppo sensibile avevo il dovere di stare in questo modo. Non c’era una alternativa» Tiziano Ferro, oggi ospite di Verissimo, ha parlato dei problemi che lo hanno accompagnato nlla sua adolescenza. Il cantante era arrivato a pesare 111 kg diventando vittima del bullismo.
Tiziano Ferro e il bullismo: come combatterlo
«Sono tutti dei vigliacchi.
Dalla bulimia all'alcolismo
Ma non solo il bullismo ad accompagnare la vita del cantante anche la bulimia e alcool. Lo ha raccontato nel documentario “Ferro” in cui ha confessato i drammi e le difficoltà prima del grande successo. «Quando ho cominciato la carriera, c’era qualcosa nell’aria, qualcosa di non detto, alla fine ho capito qual era il problema per loro, perché non si muoveva niente: ero troppo grasso». Parole molto forti che però rispecchiano alla perfezione il dolore che ferro ha dovuto affrontare per trovare la sua strada.
I disturbi alimentari
«Da lì ho cominciato a soffrire di disordini alimentari. Non mi godevo niente di quello che mi succedeva perché pensavo sempre al cibo. Avevo fame e mangiavo poco o niente per non ingrassare». Poi anche i problemi di alcolismo: «Nessuno mi poteva sopportare quando bevevo. E chi ci riusciva o aveva pietà, o era come me. O più disperato di me. Oggi che non bevo da diversi anni ho capito che quella disperazione aveva un senso, uno solo: aiutare qualcun altro…Io devo smettere di bere, mi ripetevo. Avevo le transaminasi alte. Iniziavo ad avere problemi di fegato. Non volevo morire per una cosa simile. No». Poi l'ansia e la paura. «Non riuscivo a non bere ma invidioso di chi, di fronte a un momento di vuoto, lo accetta per quello che è e va incontro a ciò che la giornata non ha da offrire. L’ignoto. Ma gli alcolisti non contemplano l’ignoto. Ogni notte pensavo: da domani ricomincia la guerra. La guerra a immaginarmi nel mondo senza l’alcol, a immaginarmi tra la gente senza bere ma senza sottrarmi». Poi Tiziano è finito in ospedale. «Ma solo in ospedali belli…Ma la verità è che ero come tutti quelli che bevono. Ero come loro. E quella dolente umanità era come me. Io ero un alcolista. E avevo solo trentaquattro anni».
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