Riccardo Rossi in “W Le Donne!” a Porto Sant’Elpidio: «È un inno alla figura femminile, sempre superiore all'uomo»

Riccardo Rossi
Riccardo Rossi
di Chiara Morini
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Venerdì 1 Aprile 2022, 11:56

PORTO SANT'ELPIDIO - Sarà un inno alle donne quello che Riccardo Rossi farà al teatro delle Api di Porto Sant’Elpidio domani, sabato 2 aprile, alle ore 21,15. “W Le Donne!”, questo il titolo dello spettacolo scritto da Rossi con Alberto Di Risio, va in scena nell’ambito della stagione di prosa di Comune e Amat.
Rossi, come nasce lo spettacolo?
«Beh, la donna è la prima persona che conosciamo in assoluto, non importa se nasciamo maschi o femmine, il primo incontro è con la mamma, una donna. E qui faccio un viaggio attraverso tutti i vari ruoli che riveste nella sua vita. Parlerò del rapporto mamma e figlio, ma poi, dopo la madre, ci sono la tata, la sorella, la nonna, la maestra, la fidanzata, la moglie, la figlia e molto altro, compresa la donna più temuta, la suocera. Poi le donne sono sempre state importanti per me, soprattutto mia nonna. Vede la figura della nonna è importante perché dà il giusto distacco tra la madre e il figlio».

 
In che senso? 
«Lo faceva anche la mia, ma lo fanno tutte: le nonne danno consigli e se non li segui non ci rimangono male. Le mamme consigliano forse condizionate dal timore che capiti qualcosa ai figli. Questo distacco tra madri e figli portano questi ultimi a fare come dice la nonna, perché poi arrivi a un certo punto che a tua madre dici sempre no».
Le donne sono importanti, si capisce, ma quanto?
«Molto importanti, sono la vera risorsa. La donna è…, basta fare distinguo. Ho impostato lo spettacolo sull’uguaglianza, mi piace il savoir faire. Ripeto la donna è… e dovremmo smetterla di fare distinzioni». 
Sono superiori? E quanto? 
«L’uomo è per principio inferiore alla donna, perché non potrà mai avere un figlio. Già questo è un fatto che rende la donna molto superiore. Poi quando un uomo sta male chi chiama? La figlia, la moglie, la compagna, la mamma, la nonna, da solo non ci arriva. La donna è superiore, ma non ne approfitta. L’uomo può offrire solo un supporto tecnico logistico: la donna quando fa una mossa, la pensa, ma nello stesso tempo prevede la risposta e anche la contromossa».
Si riderà?
«Tantissimo, ma ci sarà anche un momento di commozione: le donne devono avere il rispetto degli uomini».
Ha sempre sognato di essere quello che è diventato?
«No, in realtà volevo fare il musicista. Mia nonna suonava il pianoforte e da ragazzo pensavo di farlo anche io. Avevo cominciato, poi mia mamma non era molto d’accordo e mi ha mandato al classico. Questo lavoro l’ho cominciato per caso e, a parte il cinema, quest’anno sono venti anni che faccio teatro, con testi scritti da me. Anche se devo dire che l’istinto lo avevo: al ginnasio, nei primi anni di liceo, facevo dei piccoli sketch e tutti mi dicevano che avevo la stoffa. Comunque la passione della musica non l’abbandono, ho ricominciato a studiare il pianoforte».
Il ruolo che vorrebbe fare ma ancora non ha fatto?
«Forse qualcosa di drammatico, direi più in generale qualcosa di diverso, per mettermi alla prova».

Nella sua agenda futura? «Vorrei mettere su uno show musicale, proprio per il mio amore per la musica. Vorrei anche riuscire a far debuttare “Ecce Homo”, una sorta di W Le Donne! 2, dove parlo di come l’uomo non riesce proprio a fare il passo di crescita».

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