Il linguaggio delle “Emozioni” a Rocksophia. Civitanova canta e onora Battisti

Il linguaggio delle “Emozioni” a Rocksophia. Civitanova canta e onora Battisti
Il linguaggio delle “Emozioni” a Rocksophia. Civitanova canta e onora Battisti
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Domenica 30 Luglio 2023, 12:14 - Ultimo aggiornamento: 12:18

CIVITANOVA- Va in archivio la seconda giornata del festival che ha celebrato gli 80 anni dalla nascita del cantante che più di ogni altro ha dato voce ai sentimenti. Oltre 2000 ieri sera le presenze. Stasera chiusura con gli artisti sacrificati sull’altare del rock, maledetti dalla “leggenda del club 27”. 

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Lo show

E’ stato il serbatoio emotivo dei sentimenti, li ha cantati tutti: dalla gelosia all’amore tossico, dalla nostalgia alla felicità. Lucio Battisti è l’eterna giovinezza dei falò sulla spiaggia e delle prime emozioni. E per questo ieri sera ad assistere allo spettacolo filosofico musicale di Popsophia c’erano oltre 2000 persone. Chi non ha trovato posto ha retto strenuamente in piedi e al caldo pur di rivedersi nello “specchio della nostra autobiografia”. Così Marcello Veneziani ha descritto dal palco le canzoni di Lucio Battisti. Un philoshow ideato da Lucrezia Ercoli che ha saputo raccontare Lucio e la sua capacità di rendere immortali quei motivetti che parlano di amore. E di noi. Il filosofo ha tentato di spiegare la “filosofia di Lucio Battisti”: “Lucio Battisti ha a che fare col mito – ha detto Veneziani - perché i miti sono fuori dal tempo, capaci di farci vivere provvisorie eternità”. Alla direttrice artistica il compito di indagare invece l’amore dietro alle canzoni del duo Battisti Mogol: “i Da Ponte Mozart della musica italiana” – li ha definiti, capaci attraverso i loro testi di evocare i “Frammenti di un discorso amoroso” di Roland Barthes. 

Ma a parlare sono state soprattutto le canzoni, da “Un’avventura” a “Dieci ragazze”, da “Il tempo di morire” a “Io vivrò”, fino al bis richiesto a gran voce con l’immancabile “Acqua azzurra acqua chiara”.

La giornata si era aperta nel segno della narrazione con i due relatori che hanno saputo contestualizzare la vita, il temperamento e la voce di Lucio Battisti nel panorama artistico dell’epoca: Enrico Casarini ha fotografato un momento della carriera di Battisti: il duetto con Mina del 1972, così come Ivo Stefano Germano ha raccontato il rapporto fra musica e tv attraverso sigle, jingle e nuovi fenomeni che si stavano affacciando fra gli anni 70 e 80.  Soddisfazione è stata espressa anche dal sindaco Fabrizio Ciarapica e dall’assessore al turismo Manola Gironacci, intervenuti in serata sul palco per sottolineare la capacità attrattiva del progetto “Rocksophia” che attira pubblico da tutta la regione. 

Oggi Rocksophia conclude il suo percorso con la giornata più dura delle tre e dedicata alla spirale di autodistruzione che ha accompagnato la vita (e la morte) di quei musicisti che hanno affrontato il baratro delle loro ispirazioni. Fra eccessi, dipendenze e sostanze Rocksophia chiude con il lato oscuro del rock, i miti in eterna lotta scomparsi a 27 anni, all’apice della propria carriera. Per raccontarli arrivano Fabio Cantelli, autore del libro su San Patrignano che parlerà di musica e dipendenza e Davide Sisto, studioso “tanatologo”, esperto di morte che affronterà il tema della redenzione e violenza nell’esperienza musicale dell’hard rock. E per concludere questo viaggio nella musica arriva Carlo Massarini, a lui il compito di scendere con Dioniso nelle vite “maledette” di Jim Morrison, Kurt Cobain, Jimi Hendrix e gli altri del “Club dei 27”. 

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