Andrea Rivera in piazza a Grottammare: «Ricordo Gaber e Jannacci, il mio è un citofono amico»

Andrea Rivera in piazza a Grottammare: «Ricordo Gaber e Jannacci, il mio è un citofono amico»
Andrea Rivera in piazza a Grottammare: «Ricordo Gaber e Jannacci, il mio è un citofono amico»
di Chiara Morini
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Domenica 6 Agosto 2023, 02:00 - Ultimo aggiornamento: 11:14
GROTTAMARE - Attore, personaggio televisivo ed esponente del genere teatro-canzone: Andrea Rivera sarà domani, lunedì 7 agosto, alle ore 21,30, in piazza Fazzini a Grottammare con “E.T... Citofono... a... casa” (info 3475406630).
Rivera, cosa farà a Grottammare?
«Lo spettacolo prevede poesie avanguardiste. Il genere del teatro canzone sta morendo, soprattutto per la qualità e la quantità. Ricordo cantanti del calibro di Gaber e Jannacci, ecco io sono un po’ più Jannacci però, e dedico lo spettacolo a mio padre, geologo, scomparso 5 anni fa». 
Il titolo?
«Quello è un espediente, io sono un busker, cioè nasco come artista di strada. Si tratta di un citofono amico, come per Pasolini in “Comizi d’amore” o per Nanni Loy. Due personaggi ormai forse un po’ dimenticati, i giovani d’oggi dovrebbero “googlare” per imparare a conoscerli, e magari si potrebbe fare anche a scuola. Così si insegnerebbe che la tecnologia è utile». 
Crede che la comicità manchi di originalità?
«Non è Andrea Rivera a doverlo dire, forse sul nonsense qualcosa si vede, ma di teatro canzone ormai ce n’è poco. E io comunque non ho mai abusato di canzoni di altri, scrivo le mie».
Si sente più cantautore o più comico?
«Direi più cantastorie, come del resto faccio anche a Striscia la notizia. Ormai sono pochi i giovani a farlo e a essere creativi: non è una critica nei loro confronti la mia, è che sono stimolati poco o per niente». 
La sua ispirazione? 
«Mi affido ai cittadini, non ai governanti. Ormai in Italia è tutta una lotta a chi è più cattivo dell’altro. Se poi succedono eventi estremi come quelli di Emilia Romagna e Marche, allora lì l’aiuto emerge, funziona tutto con il volontariato. Parlo anche di incidenti sul lavoro, come quello della mamma di Prato. Ricordo Nuti, che in un film immaginò una scena simile».
Il pubblico deve stare attento… 
«Sì, un po’ come a dire “si avvertono i sigg. cellulari di riaccendere gli spettatori”».
Il politicamente corretto rovina la satira? 
«La satira non fa il politically scorrect, quello è della politica. Oggi vedo una tv appiattita, forse di satira c’è rimasto blob, ma sono solo immagini. Come ringiovanirla? Credo proprio sia difficile».
E della stand up che pensa? 
«Egocentrismo puro, a me non piace, io preferisco la secchezza della battuta, più breve, stile Ennio Flaiano. A Grottammare torno dopo il mio debutto al festival del cabaret del 2004. Ci torno ancor più libero». 
Libero da cosa?
«Nel pensiero, anche a Striscia lo sono. Quando ero con la Dandini, i servizi dei citofoni li montavano loro, a Striscia monto io i servizi che faccio».
Ricordando il Maestro Franco Battiato, sui social ha detto “ancora che dite vanno ascoltati sti nuovi de oggi”: non le piace la musica di oggi?
«Ascolto tutti, pure Sfera Ebbasta, ma no, la musica di oggi non mi piace, oggi i giovani mostrano appiattimento».
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