Silvia Mezzanotte canta i Matia Bazar insieme a Carlo Marrale nello spettacolo “La nostra storia”: «Non avrei potuto fare altro»

Silvia Mezzanotte canta i Matia Bazar insieme a Carlo Marrale nello spettacolo “La nostra storia”
Silvia Mezzanotte canta i Matia Bazar insieme a Carlo Marrale nello spettacolo “La nostra storia”
di Chiara Morini
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Venerdì 24 Marzo 2023, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 12:30

GROTTAMMARE - Sarà un concerto emozionante quello di Silvia Mezzanotte e Carlo Marrale che porteranno il recital “La nostra storia” al Teatro delle Energie di Grottammare, domani, sabato 25 marzo, alle ore 21,30. L’evento è organizzato da Artistic Picenum nella serata del memorial artistico Andrea Morelli. 

 
Silvia Mezzanotte, perché è un recital?
«È organizzato così perché Carlo può anche raccontare la sua esperienza di fondatore e autore dei Matia Bazar con cui ho cantato per 5 anni.

Abbiamo una scaletta di massima, che poi possiamo stravolgere, quando arrivano ad esempio brani come “Vacanze romane” o “C’è tutto un mondo intorno”, Carlo ricorda come sono nati quei brani». 

Altri brani immancabili in questo concerto?
«Tanti altri, come “Stasera... che sera!”, “Ti sento”. Poi Carlo si cala anche nella mia dimensione nei Matia Bazar e c’è spazio per altri brani come “Brivido caldo”». 

Com’è nato questo spettacolo? 
«Con Carlo già ci conoscevamo e un giorno ci siamo trovati nello stesso hotel, ciascuno per un suo concerto. Abbiamo iniziato a cantare insieme nella hall dell’albergo e abbiamo sentito la magia in quel momento, uno sguardo artistico incantato in ciascuno dei nostri occhi. Era un segnale, ne ho parlato con il mio agente, che l’ha contattato. Funzionava, ed eccoci qua».

Il più bel ricordo con i Matia Bazar? 
«Risale proprio agli inizi e coinvolge proprio Carlo Marrale. Quando venni a sapere che i Matia Bazar cercavano una nuova cantante, sono riuscita a contattare Giancarlo Golzi al quale ho poi inviato le date dei piccoli concerti che facevo. Golzi, con Carlo, venne a Pavia e lì il pubblico faceva il tifo per me. Cercavano di vedere le reazioni di loro due e mi mandavano bigliettini. Avevo già fatto Sanremo nel 1990, da quel momento erano passati dieci anni. E col senno di poi avrei conservato quei bigliettini». 

Sanremo nuove proposte 1990: lei, Masini, Gianluca Guidi, voi siete ancora a galla... Oggi gli artisti durano meno, come mai?
«Oggi la musica dura di meno. All’epoca eravamo autogestiti, lavoravamo molto. Io in particolare ho poi differenziato le mie attività, perché un’artista come me o fa qualcosa con i rapper o è difficile fare qualcosa con il mondo discografico. Quando abbiamo iniziato un singolo poteva durare anche diversi mesi, oggi dopo 20 giorni se ne deve far uscire un altro. Dieci anni dopo quel 1990, a Sanremo c’eravamo io con i Matia, Elisa e Giorgia. E tutte siamo ancora qui. Sarebbe bello che nei network radiofonici anche i giovani ascoltassero la grande musica d’autore italiana».

Perchè canta? 
«Non avrei potuto fare altro. A cinque anni dissi a mia madre “da grande sarò una cantante famosa”. Poi crescendo non volevo il giudizio della gente, ancora non sapevo che col canto avrei vinto le mie insicurezze. A 18 anni ebbi i primi approcci con la musica e il canto, vidi che potevo emozionare e gli applausi mi facevano bene. E per questo ancora preferisco il live a dischi e televisione: faccio tanti concerti, esorcizzo le mie paure e tengo i piedi per terra. Meglio il palco dello psicologo».

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