Solari alle prese con Molière e Rossi
Un ritorno alle Marche per il regista

Solari alle prese con Molière e Rossi Un ritorno alle Marche per il regista
di ​Lucilla Niccolini
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Mercoledì 29 Luglio 2015, 19:26 - Ultimo aggiornamento: 19:37
CAGLI - Quello di Giampiero Solari è un ritorno a casa, nelle “sue” Marche. Ha voluto che le prove de “L'improvvisazione di Versailles” di Molière, di cui è regista per il Teatro Stabile di Bolzano, si svolgessero in residenza nel teatro di Cagli. E per di più riallaccia, con questo nuovo lavoro, un rapporto forte, di una vita, con Paolo Rossi e Lucia Vasini.



“Questo spettacolo è come un flash back, e quindi era giusto per me che prendesse forma qui, nelle Marche, da cui mancavo da un po', visto che ormai lavoro prevalentemente a Milano e Roma. In scena, undici attori e quattro musicisti dal vivo, I Virtuosi del Carso, per una commedia giovanile di Molière, scritta per una recita di Luigi XIV”.



Per il re di Francia? Spettatore o attore?

“Scritta per lui attore, che avrebbe improvvisato su questo canovaccio all'italiana, come tutto il resto della compagnia!”.



E Paolo Rossi interpreterà il re?

“No, Molière! Anzi, a essere precisi, sarà una sorta di alter ego del drammaturgo, il capocomico incaricato di istituire un ponte, un dialogo tra Molière e il pubblico. Ma in realtà si tratta di un lavoro in cui la vera protagonista è la compagnia, tutte persone che da tanto tempo volevano lavorare di nuovo insieme”.



Compresi, anzi soprattutto, Rossi e te...

“Sono ormai vent'anni che, a parte una collaborazione per Sky, non facevamo uno spettacolo insieme. Ricordo benissimo tutte le nostre esperienze in comune, che ci hanno fatto crescere: la lista sarebbe lunga, da Asti nell'82, quando ho incontrato anche Lucia Vasini e Mario Sala... poi, con loro nell'87 ho diretto “Night in Tunisia” al Festival di Volterra. E altri lavori, fino al disco e al video “Canzonacce” di Paolo con la partecipazione di Jannacci, Baglioni e Capossela. E vent'anni esatti fa, nel '95, la Compagnia Les Italiens con Paolo e Lucia. Era il nostro mondo: nel frattempo tutti siamo andati avanti, siamo anche un po' cambiati”.



E dunque perché proprio adesso “L'improvvisazione”?

“Ma, sai, la realtà è che questo è un testo che abbiamo sempre citato, è stato forse il sotto-testo di tutti gli altri nostri spettacoli. E finalmente è venuto il momento di portarlo in scena. Stefano Massini ha riscritto il testo a gennaio, e soltanto dopo è diventato direttore artistico del Piccolo di Milano... Come vedi, la storia ha una sua logica imperscrutabile”.



Il segreto di questa pièce?

“La compagnia, Molière e i suoi compagni di avventura, compresa la moglie, Madame Béjart: mettono insieme elementi di tante esperienze diverse, che qui devono affiatarsi. E anche per noi, come una antica compagnia di giro, vale il lavoro di gruppo e dobbiamo diventare tutti consapevoli dell'operazione drammaturgica in cui accade qualcosa. Deve prendere forma in tutti questa consapevolezza...”.



E magari si toccano anche temi spinosi dell'attualità...

“Con Paolo Rossi, come potrebbe essere diversamente?”.



Lo spettacolo debutta il 1° novembre a Bolzano, ma intanto all'inizio di ottobre ricomincia, proprio a Pesaro, il tour de “L'ora del Rosario”, cavallo di battaglia di Fiorello diretto da te. Chi preferisci, Paolo o Fiorello?

“Sono come miei fratelli, come Massini, Albanese e Panariello. Il nostro affetto nasce dal teatro. E poi loro due si somigliano: fanno cose diverse e sono diversi, ma talvolta Fiorello dice cose che sembrano uscite dalla testa di Paolo. E viceversa. Li ho fatti conoscere io e si piacciono molto. È una gioia portarli entrambi nelle Marche. Alle Muse, “L'ora del Rosario” sarà dal 29 al 31 ottobre, e “L'improvvisazione” con Rossi arriva il 5 febbraio. Voglio esserci anch'io! Sono molto legato ad Ancona, e le Marche mi portano fortuna!”.
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