Daniele Silvestri in concerto a Senigallia: «Avvisate a casa, non ci tornerete molto presto…»

Daniele SIlvestri in concerto a Senigallia: «Avvisate a casa, non ci tornerete molto presto »
Daniele SIlvestri in concerto a Senigallia: «Avvisate a casa, non ci tornerete molto presto…»
di Elisabetta Marsigli
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Martedì 15 Novembre 2022, 04:45 - Ultimo aggiornamento: 10:52

Non capita tutti i giorni di poter partecipare al processo creativo di un cantante: accade nel nuovo tour di Daniele Silvestri – Teatri 2022, che sarà alla Fenice di Senigallia martedì 22 novembre alle 21. Silvestri, con la sua band delle grandi occasioni (Piero Monterisi batteria, Gabriele Lazzarotti basso, Daniele Fiaschi chitarre, Gianluca Misiti, tastiere, Duilio Galioto tastiere e cori, Marco Santoro fagotto, tromba e cori e Jose Ramon Caraballo Armas percussioni, tromba e cori) proporrà ogni sera un concerto diverso e originale, scrivendo, riscrivendo e improvvisando brani inediti insieme al suo pubblico.

 
Una novità assoluta?
«Un esperimento che presenta un sacco di incognite e rischi, ma posso dire che ne valeva la pena: un’esperienza forte e splendida per noi, diversa ogni sera. La scaletta è molto ricca, ma il pubblico si sente coinvolto anche per la disposizione degli strumenti e degli arredi che somiglia molto al nostro studio di registrazione. Le persone hanno proprio la sensazione di entrare in uno studio vero, anche se più bello e più comodo, che lo rende ancora più incredibile, senza mai perdere la propensione ad essere un concerto».
E le permette di raccogliere tante storie nuove?
«Avevo già chiesto sulle mie pagine social di mandarmi storie: mi cibo di esse, sono il mio pane, ma ora abbiamo ulteriormente “complicato” la situazione aggiungendo quelle che ci forniscono ogni sera e che facciamo diventare canzoni in diretta, storie legate ai luoghi in cui andiamo a suonare».
Ora avrete materiale per altri 3 o 4 album?
«È sempre bello avere tante storie da raccontare, ma sarà sempre più difficile scegliere. La scaletta è già un bel “sequestro di persona”: c’è un intervallo comunque ed è un’occasione di fuga per il pubblico, ma non se ne va mai nessuno…».
Difficile avere anche un filo conduttore?
«Non c’è un filo conduttore, sono per forza tutte diverse: da storie del passato a quelle del presente, storie del periodo del covid, ma anche che parlano di politica, del sociale, di genitori, di figli, ma in fondo raccontano sempre l’uomo, il genere umano, ciò che mi affascina da sempre».
Come sta la canzone italiana oggi?
«La vedo e conosco fino ad un certo punto, la parte più esposta credo si sia cristallizzata in questi ultimi anni, secondo parametri che non comprendo del tutto. Forse c’è troppa lontananza con un certo tipo di approccio al mestiere e un preponderare di stili che in altri paesi hanno avuto poca aderenza, come la trap. Ma non è una critica, sono diversi anche i parametri di ascolto, ma credo ci sia spazio anche per chi fa musica in altro modo. Ma mai come adesso, quando si accendono le luci dei teatri, io mi sento a casa».
E in questo tour soprattutto?
«Con i miei musicisti abbiamo in comune il fatto di non volerci accomodare sulle sicurezze già acquisite: è un patto non scritto. In questo tour abbiamo stimoli nuovi che ci obbligano a faticare forse di più, ma ci divertiamo davvero e credo sia giusto così».
Anche a Senigallia saremo sequestrati da Silvestri?
«Avvisate a casa, non ci tornerete molto presto…».

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