Il direttore scientifico Airc Caligaris
Cappio: «Cancro si può sconfiggere»

Il direttore scientifico Airc Caligaris Cappio: «Cancro si può sconfiggere»
di Alessandra Cicalini
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Martedì 31 Ottobre 2017, 12:00
Più ricerca scientifica senza confini, coinvolgimento sempre crescente delle giovani menti eccellenti d’Italia per arrivare a unico grande obiettivo e l’individuazione delle migliori cure per combattere (e sempre più sconfiggere) il cancro. Sono questi i tre filoni principali d’azione che muovono l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro, impegnata fino al prossimo 5 novembre nei “Giorni della ricerca”.

A colloquio con Caligaris Cappio
Il direttore scientifico dell’importante organizzazione, nata in Italia nel 1965 con lo scopo essenziale di finanziare gli studi più innovativi nel campo dell’oncologia, è oggi Federico Caligaris Cappio. Piemontese, classe 1948, il direttore dell’Airc ha dedicato la maggior parte della sua vita di scienziato e medico alla cura del cancro, soprattutto nel campo delle leucemie e dei linfomi, e sempre partendo dal presupposto che si debba curare il malato e non solo la malattia. Forte di questa filosofia, il direttore dell’Airc ricorda come sia importante «mangiare bene, nel senso di cose giuste e sane, sia come forma di prevenzione sia quando ci si sta curando»Il medico. Quest’ultima condizione, si sa, è oggetto di grande angoscia sia per i malati sia per i loro familiari, che farebbero di tutto per ridurre il più possibile la quota di sofferenza prodotta dagli effetti collaterali dei farmaci chemioterapici. «Allo stato attuale non possiamo dire che la chemioterapia sia andata in soffitta né possiamo fare previsioni su quando sparirà», avverte il medico, che anzi aggiunge: «Guai a demonizzarla».



Si studiano farmaci intelligenti
Caligaris Cappio non nasconde però come il futuro si stia orientando «verso farmaci intelligenti, capaci di lavorare sulle alterazioni molecolari che interferiscono con il microambiente cellulare», precisa lo scienziato, che invita altresì a riflettere sul fatto che anche i farmaci intelligenti hanno effetti collaterali. Nessuna cura, insomma, è a saldo zero, ma quel che conta è usare «il buon senso», oltre che le migliori risorse umane in campo per sconfiggere prima o poi il male più diffuso della modernità. Come selezionarle? Il metodo Airc si orienta da quest’anno verso la creazione di partnership con enti gemelli, «come il britannico Cancer Research Uk e la spagnola Asociacion Espanola contra el cancer», riferisce Caligaris Cappio. Le tre realtà stanno lavorando insieme alla stesura e gestione di un bando comune per progetti di ricerca «da sviluppare poi ciascuno nel proprio Paese di provenienza», rimarca ancora. Tra i partecipanti, aggiunge, «molti ricercatori sono italiani». I vincitori del bando di quest’anno saranno proclamati nella primavera del 2018, dopo la selezione operata in questi mesi da un comitato di esperti internazionali.

Il metodo “peer review”
In generale, dietro al metodo seguito dall’Airc c’è il cosiddetto “peer review”, che Caligaris Cappio traduce con “revisione da parte di pari”, ossia l’incrocio tra il promotore della ricerca e il miglior revisore possibile per quel determinato campo di indagine. «Abbiamo un database con più di 600 revisori internazionali - precisa - e a ogni promotore della ricerca ne associamo tre sulla base delle parole chiave inserite dal medesimo». Il tutto, sottolinea l’oncologo, avviene in maniera trasparente e soprattutto «meritocratica e obiettiva». La grande attenzione alle menti più brillanti e fresche da parte dell’Airc comincia tra l’altro prestissimo: «Ai neolaureati offriamo borse di studio perché possano capire se la ricerca sia o meno la loro strada», dice Caligaris Cappio, che cita anche le borse di studio per i ricercatori più esperti «che vogliano andare all’estero», più altri due programmi, ambedue della durata di cinque anni, l’uno per «diventare indipendenti» e il secondo «per incentivare il rientro in Italia dei ricercatori under 35». Difficile quest’ultima operazione?

La creazione dei laboratori
Non per l’Airc, secondo quanto sostiene il suo direttore, che parla della creazione di «laboratori nei più diversi campi di indagine e luoghi» proprio da parte di questi giovani tornati in patria grazie ai loro finanziamenti. «Negli anni recenti ci sono arrivate oltre 200 domande di progetti da parte di giovani ricercatori che vogliono diventare indipendenti, e di queste ne abbiamo finanziate circa il 10% contro il 5 in genere ottenuto nei paesi del Nord Europa», sottolinea Caligaris Cappio. Una notizia confortante non solo per la salute di questa preziosa istituzione, ma soprattutto per quella dei cittadini che un domani beneficeranno delle cure messe in pratica da queste menti più che formate.

L’importate è conoscere
Di qui la centralità delle campagne di sensibilizzazione targate Airc come «i nostri banchetti delle azalee, arance e questa domenica i cioccolatini», ribadisce il direttore. Chi vi si accosterà sarà edotto anche sulle strategie di ricerca oggi più battute. «I volontari condividono la mission di Airc che è quella di cercare la cura del cancro attraverso la ricerca», spiega ancora l’oncologo, che aggiunge qualche parola su quali siano gli ultimi orientamenti seguiti in questa non impossibile guerra. «Molte ricerche puntano a risvegliare il sistema immunitario anestetizzato dal cancro - dice - altre sulla genomica, ossia sulla carta d’identità dei tumori, in particolare di quelli che all’apparenza sembrano la fotocopia l’uno dell’altro, ma che rispondono ai farmaci in maniera diversa». Il presente, e a maggior ragione il futuro, della battaglia contro il cancro è dunque la «la medicina personalizzata», che si concentra sulle cellule tumorali sviluppate all’interno dell’essere umano. Come interagiscono con le cellule sane? «Schiavizzandole», dice proprio Caligaris Cappio, un destino, però, che capita solo ad alcune di loro, ma non a tutte. «E uno degli ultimi orientamenti è proprio capire quali siano» le vittime predilette di questo male globale.
 
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