Chirurgia urologica al top: a Torrette
un'equipe di specialisti da 10 e lode

Chirurgia urologica al top: a Torrette un'equipe di specialisti da 10 e lode
di Federica Buroni
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Martedì 26 Giugno 2018, 12:46
Un’equipe da dieci e lode. Con specialisti universitari e ospedalieri. Ma anche in formazione. Tanto offre la chirurgia urologica dell’ospedale regionale, una clinica ad indirizzo multispecialistico, diretta da Andrea Galosi. Con una presenza sempre più significativa, quella del Robot Da Vinci, che permette di trattare i tumori maligni della prostata. I numeri fanno la storia e l’eccellenza di questa perla del nosocomio di Torrette: una media di 1300 ricoveri l’anno, 18 infermieri tra il reparto degenza e quello ambulatoriale, sette specialisti urologi e altri 10 urologi in formazione. Galosi rispolvera le cifre: «Dal 2016 ad oggi, grazie anche alla collaborazione di un team anestesiologico ed infermieristico di alto livello, sono stati realizzati oltre 5200 interventi, tra sala operatoria e endoscopica».

Gli interventi in aumento
I dettagli, allora. Se di numeri si tratta, proprio qui, in questo reparto, solo nel 2016 sono stati operati 1997 pazienti, nel 2017 sono saliti a 2168, nel 2018, sino al 14 giugno, si è giunti già a quota 1037. Puntualizza Galosi: «222 sono di chirurgia mininvasiva laparoscopica e robotico-assistita del rene e della prostata. Non contano solo i numeri, ma è la complessità delle patologie del paziente che necessita spesso di arrivare nel nostro ospedale per una soluzione definitiva o per la disponibilità delle tecnologie». Con 21 posti letto per degenza ordinaria e un Day Hospital, il reparto consta di vari ambulatori dedicati: uno per la litotrissia extracorporea, usata per la calcolosi renale, uno per la biopsia prostatica con tecnica Fusion cognitiva, quindi l’ecografia, l’urodinamica e la cistoscopia. L’attività della clinica comprende anche la didattica con la Facoltà di Medicina e la Scuola di Specializzazione di Urologia.



Le branche interessate
Il primario fa il punto: «Ci occupiamo di tutte le branche dell’urologia ma, soprattutto, di quelle relative all’ambito oncologico, in particolare, le neoplasie del rene, della vescica e della prostata. La chirurgia andrologica e della fertilità maschile è coordinata dall’esperto Massimo Polito ». Per quanto riguarda la traumatologia, il reparto cura anche patologie rare (ad esempio la cistite interstiziale, stenosi uretrali), che necessitano di una grande competenza e della collaborazione con team multispecialistici. Nello spirito collaborativo, la Prostate Unit e il team uro-oncologico gestiscono le neoplasie con tutto il ventaglio delle terapie anche non chirurgiche attualmente disponibili dall’osservazione alla radioterapia.

Le tecniche mininvasive
Particolare attenzione è rivolta a questo ambito. Spiega Galosi: «Questo interesse è legato alla riduzione dell’impatto chirurgico. Il tutto, però, mantenendo sempre uno standard alto di efficacia dell’intervento». Per la chirurgia del tumore renale si salva il rene nella maggior, anche con la tecnica laparoscopica che il dr. Dell’Atti esegue da anni e con ottimi risultati. Le patologie oncologiche, l’ipertrofia prostatica e la calcolosi sono quelle che più si prestano, in particolare, «all’utilizzo di chirurgia endoscopica, laparoscopica robotica, laparoscopia tradizionale. Mentre le tecniche ricostruttive delle vie urinarie come la stenosi dell’uretra e la neovescica dopo l’asportazione della vescica richiedono particolare esperienza e occhiali d’ingrandimento per una maggiore accuratezza». Galosi rilancia: «Tra le nostre specialità ci sono proprio i trattamenti di elezione nella chirurgia laparoscopica renale e robotico-assistita della prostata».



L’utilizzo del robot
Galosi parla chiaro: «Oggi si sta affermando sempre più la chirurgia mininvasiva nella chirurgia urologica grazie anche al supporto di nuovi macchinari come il Robot Da Vinci». I vantaggi di un intervento eseguito con tecnica laparoscopica e robotico-assistita sono diversi. Anzitutto, come chiarisce il primario, «una migliore ricostruzione tra vescica ed uretra, quindi un minor sanguinamento e trasfusioni, senza contare che c’è un minor dolore post-operatorio. C’è poi una minore degenza ospedaliera e dunque un più rapido ritorno a tutte le normali attività quotidiane». Dice il primario:«Fino a pochi anni fa, questo intervento si eseguiva solo in pochi casi selezionati, mentre oggi questa tecnica è rivolta a tutti i pazienti e anche nelle neoplasie avanzate aggiungendo la linfadenectomia (asportazione della ghiandole linfatiche). La prostatectomia radicale minivasiva che permette di operare eseguendo 5 piccole incisioni sull’addome mantendo elevatala cura della neoplasia. Questo è verificato dal team multidisciplinare composto da patologi, radiologi, radioterapisti e oncologi, che valutano i casi dopo l’intervento e stabiliscono i controlli successivi». Con l’esperienza i tempi dell’intervento sono pari alla chirurgia tradizionale e grazie alla Direttore della Azienda Ospedaliera Dr Caporossi possiamo offrire questa costosa tecnologia a tutti oltre a mantenere alto livello qualitativo».

L’endoscopica laser
Un altro fiore all’occhiello del reparto è rappresentato dalla chirurgia endoscopica laser che, sottolinea il primario, «assicura risultati brillanti per quanto concerne la calcolosi renale. La litotrissia endoscopica renale con strumenti flessibili e digitali per via retrograda rappresenta l’ultima frontiera nel trattamento della calcolosi renale. Nel nostro centro, se ne fanno circa 60 l’anno, ma i numeri sono in rapido aumento». Questa procedura offre tanti vantaggi tra cui l’assenza di emorragia, di cicatrici e dolore post–operatorio. Un’altra peculiarità della clinica è che proprio qui, ricorda Galosi, «è stato progettato e messo a punto uno ‘Stone center’(coordinato dr. Milanese e dal Dr. Tiroli) e cioè un centro operativo per la calcolosi urinaria che costituisce un moderno approccio al trattamento di questa patologica. In questo modo, è possibile avere, nella stessa sede, una serie di tecnologie e strumenti che consentono di scegliere il trattamento più indicato».
 


Galosi, un curriculum molto prestigioso
Andrea Galosi è professore associato di Urologia della Politecnica delle Marche e direttore della Clinica urologica dell’ospedale regionale di Torrette. Classe 1968, Galosi è nato ad Ascoli Piceno e vive a Fermo e ha avuto vari e prestigiosi riconoscimenti nel suo ambito. Dal 2011 al 2015 è stato direttore di Urologia dell’ospedale Murri di Fermo, nel febbraio del 2016, viene nominato direttore della Clinica urologia dell’ospedale regionale di Torrette e nel 2017 diventa il responsabile coordinatore della Prostate Cancer Unit interaziendale (Inrca e Ospedali riuniti di Ancona) presso Torrette. Alle spalle, Galosi vanta anche numerose pubblicazioni. Non solo: ha anche svolto varie attività di coordinamento di iniziative in campo scieniìtifico tra cui, nel 2014, presidente del 19esimo congresso nazionale società italiana di ecografia urologica, andrologica e nefrologica e già nel 2008 aveva ricoperto sempre il ruolo di presidente del primo congresso della sezione Marche-Romagna della Società italiana urologica oncologica. È anche delegato regionale per le Marche della Società italiana di Urologia, dal 2013 ad oggi.
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