Subbuteo, dai garage ai tornei: 50 anni di storia marchigiana. L'Inter del triplete in dono ad Acquaroli

di Edoardo Danieli
Venerdì 4 Novembre 2022, 03:45 | 2 Minuti di Lettura

Paolo Finardi, un campione del Club Ascoli in serie A


Paolo Finardi è uno dei più forti giocatori d’Italia nel Subbuteo tradizionale. Torinese, già campione del mondo a squadre, è tesserato del Subbuteo Club Ascoli: ha scelto di venire a giocare nelle Marche per amicizia. Dice, infatti: «Il Subbuteo è passione e bellezza di stare con gli amici. A me ha consentito di viaggiare in mezza Europa». Finardi ha 54 anni, gioca da quando ne aveva 16, mette in guardia dal sottovalutare il Subbuteo: «Non è semplice ottenere risultati: servono testa e colpo d’occhio, fondamentale il tocco con l’indice cioè come muovere il dito. Serve anche fisico: a San Benedetto staremo in piedi in palestra dalle 9 alle 19, per giocare o arbitrare». Augusto Vagnoni, 48 anni, nato ad Ascoli, ora vive a Tolentino ed è insegnante di matematica. Già campione regionale, anche lui giocherà a San Benedetto. Affonda nei ricordi per spiegare il fenomeno Subbuteo: «Ho iniziato a 6 anni perché in quegli anni era un gioco che andava molto. Facevamo le sfide tra palazzi ed eravamo fortissimi». Non ha dubbi su quale sia la cosa più bella del Subbuteo: «Vedere quel bel campo verde dove corrono queste miniature con i colori della tua squadra». Poi passa al pratico: «Ogni partita è diversa dall’altra e ogni risultato non è mai scontato». Necessari per emergere: concentrazione e destrezza. Pochi dubbi anche sulle doti tecniche più importanti: «Il tiro in porta e l’aggancio da lontano» che per i profani significa lanciare il proprio giocatore dalla difesa, toccare il pallone e lasciarlo vicino per poterlo colpire di nuovo. Con un solo obiettivo: segnare un gol. Vita da Subbuteo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA