Banca Marche, dal piccolo istituto al grande crac: tre secoli bruciati dopo l'avvento del dg Bianconi (che in 8 anni ha percepito 16,3 milioni)

di Luca Patrassi
Martedì 24 Gennaio 2023, 03:05 - Ultimo aggiornamento: 16:19 | 1 Minuto di Lettura

Il retroscena rivelato dall'ex presidente Gazzani

L’ex presidente di Fondazione Carima Franco Gazzani rileva un retroscena, quel retroscena che lo portò per primo a denunciare nel 2011 le vicende di Banca Marche: «Giuseppe Grassano, che era già stato consulente della Fondazione mi disse che a Milano si diceva che diverse cose non andavano. Fu nominato consulente della Fondazione. A novembre ebbi relazioni piuttosto preoccupanti. A gennaio 2012 arrivò la famosa lettera di Bankitalia che chiedeva di inserire persone competenti nel Cda. A quel punto abbiamo inserito Francesco Cesarini e Giuseppe Grassano, escludendo Germano Ercoli e Mario Volpini. Due mesi dopo Cesarini e Grassano non votarono la famosa semestrale che prevedeva due milioni di utili che si sono poi rivelati tutt’altro a fine anno». Simile «dal punto di vista fattuale e strutturale» a quello della Banca Privata Italiana di Michele Sindona.

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