Il retroscena rivelato dall'ex presidente Gazzani
L’ex presidente di Fondazione Carima Franco Gazzani rileva un retroscena, quel retroscena che lo portò per primo a denunciare nel 2011 le vicende di Banca Marche: «Giuseppe Grassano, che era già stato consulente della Fondazione mi disse che a Milano si diceva che diverse cose non andavano. Fu nominato consulente della Fondazione. A novembre ebbi relazioni piuttosto preoccupanti. A gennaio 2012 arrivò la famosa lettera di Bankitalia che chiedeva di inserire persone competenti nel Cda. A quel punto abbiamo inserito Francesco Cesarini e Giuseppe Grassano, escludendo Germano Ercoli e Mario Volpini. Due mesi dopo Cesarini e Grassano non votarono la famosa semestrale che prevedeva due milioni di utili che si sono poi rivelati tutt’altro a fine anno». Simile «dal punto di vista fattuale e strutturale» a quello della Banca Privata Italiana di Michele Sindona.