Meteora IM1, trovati resti sul fondo dell'Oceano Pacifico. Il fisico Loeb: «Si tratta di tecnologia aliena. Un'occasione per l'uomo»

Venerdì 30 Giugno 2023, 14:37 | 2 Minuti di Lettura

Una certezza «spaziale»

Ma sia che l'oggetto si riveli di fabbricazione intelligente o naturale, Loeb ha affermato che il recupero fisico di materiale proveniente dall'esterno del nostro sistema solare da parte del suo gruppo è già «storico» e «di successo».

Da sottolineare che Loeb ha suscitato polemiche e milioni di finanziamenti indipendenti per la sua ricerca di materiali spaziali che potrebbero essere prove o artefatti di civiltà aliene che stanno esplorando il nostro sistema solare. L'anno scorso, scienziati e tecnici classificati del Comando Spaziale degli Stati Uniti hanno confermato i calcoli di Loeb e Siraj sulla traiettoria interstellare dell'IM1, riferendo in una lettera ufficiale alla NASA di essere sicuri al 99,999% che l'oggetto provenisse da un luogo al di fuori della portata del nostro sole.

I critici di Loeb nel mondo dell'astronomia e dell'astrofisica avevano espresso scetticismo su questa idea, così come sulla teoria del professore secondo cui IM1 potrebbe essere composto da ferro metallico, ma anche su questo dettaglio sono stati smentiti.

Loeb e la sua équipe hanno appreso che il ferro è il «costituente dominante» della composizione chimica delle sfere di IM1 grazie all'analisi effettuata a bordo della nave tramite la spettroscopia a fluorescenza a raggi X.

Tornati in laboratorio, Loeb e il suo team determineranno quali elementi atomici e isotopi dei detriti dello schianto di IM1 potrebbero rivelare il luogo di origine dell'oggetto interstellare o forse anche i suoi costruttori alieni. «Potrebbe essere la prima volta che gli esseri umani mettono le mani su materiale interstellare», ha sottolineato Loeb.

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