Sfigurata con l'acido
Domani la sentenza

PESARO - � prevista per domani a Pesaro la

sentenza del processo con rito abbreviato a carico di Luca Varani e degli albanesi Rubin Talaban e Altistin Precetaj, accusati il primo di essere il mandante dell'agguato con l'acido alla ex Lucia Annibali, il 16 aprile 2013, e i secondi, rispettivamente, l'esecutore materiale e il 'pal�. Il pm Monica Garulli ha chiesto 20 anni di carcere per il 36enne avvocato pesarese, il massimo consentito considerato lo sconto di pena previsto dall'abbreviato, e 18 anni per gli altri due. Lucia, che ha seguito tutte le udienze, sar� in aula anche domani.

Varani, nell'ultima udienza, ha reso dichiarazioni spontanee ammettendo in sostanza di aver ordinato ai presunti sicari solo il danneggiamento dell'auto nuova di Lucia. Uno "scherzo odioso", l'ha definito uno dei suoi due avvocati, Francesco Maisano, terminato in tragedia perchè i fatti avrebbero preso una piega incontrollabile.



La difesa ipotizza che a sfregiare la donna sia stato un ladro, entrato in casa da una finestra, che all'arrivo della Annibali, impaurito, le avrebbe lanciato addosso una bottiglietta con l'acido. Perchè avesse con sè il micidiale liquido non è stato spiegato. La ricostruzione dei legali di Varani si basa sul particolare di una chiave malfunzionante (la Annibali aveva fatto fare delle copie dopo aver cambiato la serratura) che non chiudeva dall'interno, mentre la vittima aveva trovato la porta chiusa a due mandate.



Oltre che di lesioni gravissime, Varani risponde anche di tentato omicidio, per aver manomesso i fornelli del gas della cucina della ex, e di stalking. Riguardo a quest'ultima contestazione, la difesa ha puntato sulla natura del rapporto fra i due, "patologico e morboso", contraddistinto da alti e bassi. Un legame dai contorni sfumati, in cui Lucia affermava di provare "più un senso di dipendenza che di amore", ma era ancora "in competizione" con la donna da cui Varani ha avuto una figlia. Netta, però, era stata alla fine la decisione di lasciarlo.