Omicidio-suicidio: il marito ha fatto sparire i cellulari prima di accanirsi sulla povera Simona

Pesaro, omicidio-suicidio: il marito ha fatto sparire i cellulari prima di accanirsi sulla povera Simona
Pesaro, omicidio-suicidio: il marito ha fatto sparire i cellulari prima di accanirsi sulla povera Simona
di Luigi Benelli
3 Minuti di Lettura
Lunedì 14 Dicembre 2020, 08:59

PESARO Le ultime ore, gli ultimi minuti. Messaggi o chiamate che potrebbero dire molto sulla tragedia di Novilara dove il marito prima ha ammazzato la moglie e poi si è suicidato.

LEGGI ANCHE:

Tanto che l’assassino Mourad Chouyae, marocchino di 44 anni, ha voluto far sparire i due telefoni cellulari, il suo e quello di Simona Porceddu, 41 anni.

La ricostruzione

Erano quasi le 13 di venerdì quando Mourad è entrato a casa di Simona, in strada Sant’Edigio a Novilara.

Una discussione degenerata o forse un omicidio premeditato, fatto sta che l’ha sgozzata fino a quasi decapitarla utilizzando dei coltelli trovati sul posto, in cucina, dove poi li ha lasciati. L’autopsia prevista per oggi cercherà di stabilire quanti colpi ha inferto, quanta rabbia ha riversato su Simona. E’ stata affidata al dottor Tagliabracci, medico legale. Prima di andarsene il 44enne ha gettato nei pressi della casa i due telefoni. Non sono ancora stati trovati, ma gli investigatori hanno localizzato tramite il gps l’area dove agganciano la cella. Risulta nei pressi dell’abitazione. Forse in una scarpata, forse in un punto non facile da trovare. Ma un gesto che indica la volontà di non farli trovare. Perchè potrebbero far luce sulle ultime ore della coppia, eventuali litigi, telefonate, messaggi, fotografie. Secondo gli inquirenti, ad armare la mano di Mourad sono state la vendetta e il possesso. Era stata proprio Simona a denunciare l’ultimo dei maltrattamenti e litigi. L’uomo a febbraio era agli arresti domiciliari per un cumulo di pena legato a questioni di droga. Ma in uno dei litigi con Simona ha alzato le mani tanto da spedire la donna al pronto soccorso con lividi dovuti a botte e percosse. E’ stata giudicata guaribile in 8-10 giorni. Ma lei ha raccontato tutto, anche per proteggere le due figlie di 7 e 12 anni. E lui è finito in carcere fino a fine novembre. Si era appoggiato dai figli avuti da un precedente rapporto, sempre a Novilara. 

Proteggere le bambine

Ma qui aveva avvicinato già altre volte la ex, di cui non accettava anche una nuova storia. Lei che voleva proteggere le bambine portandole in Sardegna dai nonni, mentre lui stava per chiudere un contratto e prendere casa proprio per vedere le figlie. Una violenza atroce, un accanimento su cui farà luce l’autopsia. Poi il 44enne si è buttato dalle mura del borgo. I carabinieri stanno anche cercando di visionare delle immagini di videosorveglianza per stabilire i movimenti del marocchino. 

Il sostegno

Intanto è iniziata una campagna di solidarietà per aiutare le due figlie della coppia rimaste orfane in modo così barbaro, con l’associazione Stele, legata a Novilara, che ha intenzione di avviare una raccolta fondi. Anche il consigliere regionale dem Andrea Biancani ha detto che ora «dobbiamo pensare a loro». Intanto domani, la seduta del consiglio regionale sarà aperta al tema della violenza sulle donne e al Rapporto annuale con i dati raccolti nei Centri antiviolenza. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA