Le bimbe di 7 e 12 anni a scuola, il padre marocchino sgozza la compagna poi si uccide lanciandosi dalle alte mure del borgo: comunità stravolta

Le bimbe di 7 e 12 anni a scuola, il padre marocchino sgozza la compagna poi si uccide lanciandosi dalle alte mure del borgo: comunità stravolta
Le bimbe di 7 e 12 anni a scuola, il padre marocchino sgozza la compagna poi si uccide lanciandosi dalle alte mure del borgo: comunità stravolta
di Luigi Benelli
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Sabato 12 Dicembre 2020, 05:55 - Ultimo aggiornamento: 09:39

PESARO  - Sgozza la moglie, poi si uccide buttandosi dalle alte mura del borgo di Novilara. Omicidio suicidio ieri nel primo pomeriggio a Novilara, in strada Sant’Egidio.

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Un 44enne marocchino, Mourad Chouaye, già noto alla giustizia e uscito dal carcere a fine novembre, ha sgozzato la compagna di 41 anni, Simona Porceddu, originaria della Sardegna, poco prima delle 13. La coppia ha due figlie femmine di 7 e 12 anni, che erano a scuola durante i momenti della tragedia.
 
Un omicidio brutale, consumato in un contesto di violenza e gelosia verso quella donna. L’omicidio sarebbe stato commesso con un paio di coltelli, ritrovati in cucina dai carabinieri che indagano sul delitto. Un rapporto violento tanto che l’uomo era finito in carcere come aggravamento della misura dei domiciliari. A lui sono stati contestati in passato reati legati al mondo della droga ma anche violenza sessuale nei confronti di un’altra donna, furto, resistenza a pubblico ufficiale, minacce. E proprio mentre era ai domiciliari avrebbe malmenato la moglie dopo uno dei diversi litigi, tanto che il magistrato di sorveglianza aveva revocato i domiciliari e ha spedito l’uomo in carcere a febbraio. Da cui è uscito a fine novembre, circa due settimane fa. Per lui anche un divieto di avvicinamento alla casa di Novilara, proprio per proteggere la moglie e i figli. Eppure ieri ha infranto quel divieto, determinato a uccidere la donna. E poi farla finita

L’uomo, dopo l’omicidio, ha percorso le strade del borgo e si è gettato dalle mura medievali. Un volo di una quindicina di metri. Non è morto sul colpo, un passante l’ha scorto agonizzante a terra e ha chiamato l’ambulanza che è intervenuta per portare d’urgenza il 44enne in ospedale. Ma proprio all’arrivo al nosocomio di Pesaro il marocchino è morto. I carabinieri sono andati alla abitazione della moglie per informare la famiglia del tragico gesto. Dopo una serie di ricerche incrociate e mancate risposte, hanno capito che poteva esserci qualcosa di più di un semplice suicidio. Così hanno guardato dalla finestra del piano terra e hanno intravisto il corpo di una donna riversa a terra. All’interno dell’abitazione c’era un cane di grossa taglia che è stato portato in un altro luogo e i militari hanno visto la donna riversa nel sangue. Un omicidio brutale, l’uomo ha quasi decapitato la 41enne. E ha lasciato i coltelli, ameno un paio, in cucina, sporchi. 

A terra alcune impronte lasciate dall’uomo, poi confrontate con la scarpa ritrovata sulle mura del borgo, nel punto in cui l’uomo si è buttato. Un gesto progettato nel dettaglio, perché si è fatto prestare l’auto di uno dei figli avuti da un altro rapporto e ha raggiunto Novilara. Al momento della tragedia i due bambini erano a scuola a Pesaro, alle medie ed elementari. E’ toccato agli assistenti sociali intercettarli e fare in modo che non potessero avvicinarsi alla casa. Sono stati portati in paese, assieme a uno psicologo. L’omicidio suicidio sarebbe quindi maturato nel contesto della gelosia e della violenza, in una condizione non semplice visti i precedenti penali del 44enne legati alla droga e non solo. I carabinieri hanno transennato la strada Sant’Egidio e sono entrati per effettuare i rilievi sulla scena del crimine. Sono intervenuti i reparti del nucleo investigativo, il radiomobile, la stazione e compagnia di Pesaro. 

Le indagini sono coordinate dal pubblico ministero Silvia Cecchi. Per la piccola comunità di Novilara un vero shock. Alcuni curiosi da sopra le mura hanno osservato la scena e il lavoro dei carabinieri. «Una tragedia – dice un operaio residente – poveri bambini.

Per fortuna non c’erano altrimenti non sappiamo come sarebbe andata a finire. Passando con la macchina in paese ho visto la scarpa. Avevamo capito che potesse essere un suicidio, poi si è scoperto tutto. Che orrore».

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