PESARO Ciliegi selvatici, peri poco comuni in natura, sorbi campestri, forse perché ”col tempo e con la paglia maturano le nespole” o le sorbe anche al Miralfiore. Undici alberi da frutto rari e dimenticati hanno messo radici nel parco dove restano i segni dei tagli drastici di piante e cespugli in nome della sicurezza, contro lo spaccio. Il polmone verde sembrerebbe rinascere, dopo la maxi operazione antidroga, anche per nuove piantumazioni, un laboratorio all‘aperto degli studenti dell’istituto agrario Cecchi, giochi e bancarelle dei bambini.
La strategia
Strategie del Comune con una sensibilità ambientalista dell’assessore alla operatività Enzo Belloni, in linea con il proverbio che ci vuole pazienza e occorre aspettare per vedere i risultati. «Grazie alle offerte raccolte durante Miraviglia, l’iniziativa per i più piccoli sul valore del riuso e la tutela del verde - spiega Belloni -, abbiamo piantato altri 11 alberi da frutto. Sono essenze scelte insieme al compianto Massimo Pandolfi, il nostro appassionato progettista di ambienti naturali che tanto ha combattuto per il parco. La spesa è stata di 250 euro, una piccola cifra raccolta durante il mercatino dei bambini nell’iniziativa ”Mercanti in gioco”, che si è svolta nell’area verde della Serra degli agrumi e che riproporremo nelle prossime domeniche».
La radura incriminata
Le nuove specie vegetali sono state messe a dimora proprio in una delle radure incriminate che si affaccia sullo stradino che va dall’arco alla villa, sul lato verso la stazione. «Un intervento condiviso insieme alla guida naturalistica Andrea Fazi e agli ecologisti del Miralfiore - sottolinea l’assessore Belloni -, un parco di 23 ettari tornato in mano ai cittadini dove la manutenzione e la pulizia del sottobosco si sono rivelati vincenti, in nome della sicurezza e della fruibilità del nostro polmone verde.
E per ora non vengono più registrati fenomeni di spaccio».
Il laboratorio
Per la valorizzazione del Miralfiore, il Comune ha stabilito inoltre una collaborazione insieme agli studenti dell’istituto agrario Cecchi per la cura del parco. «Un progetto realizzato con il preside e gli insegnanti - spiega Enzo Belloni - per fare sì che una parte del Miralfiore possa essere utilizzata come laboratorio, una esperienza già realizzata a novembre che riproponiamo. I ragazzi si occupano dell’area verde a ridosso del bar, sono seguiti da esperti e docenti, la nostra intenzione è andare avanti, sempre d’intesa con la Protezione civile». Una mission, quella del Cecchi, per confermarsi polo di educazione e formazione aperto al territorio.
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