Minacce per riavere i soldi: arriva la condanna per l'imprenditore

Minacce per riavere i soldi: arriva la condanna per l'imprenditore
Minacce per riavere i soldi: arriva la condanna per l'imprenditore
di Luigi Benelli
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Martedì 23 Marzo 2021, 06:35

PESARO  - Un mese di telefonate con minacce per riavere dei soldi, imprenditore condannato come mandante della presunta tentata estorsione. Con lui anche altri tre soggetti ritenuti gli esecutori. Tutto è iniziato a gennaio del 2019 quando un imprenditore di un’azienda fallita avrebbe ricevuto una serie di minacce.

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Dall’altra parte del telefono si sarebbero alternate tre persone, un napoletano residente a Gabicce, uno residente a Cattolica e un pugliese residente nel riminese.

Il tono delle conversazioni era più o meno questo: «Sono sempre la stessa persona, quello che ti viene a prendere e rompere il cu…, non bloccare il telefono». 


Frasi circostanziate come «Vado a mangiare nel ristorante della tua famiglia». E ancora: «Ti faccio mangiare l’asfalto che hai fatto mettere per terra». Poi «Sai che hai una bella macchina, se ti cerco ti trovo, ti faccio sparire dal mondo». Il tutto per un debito di oltre 100 mila euro che l’imprenditore aveva nei confronti dell’imputato. L’uomo ha raccontato tutto ai carabinieri che hanno iniziato a intercettare i telefoni dei protagonisti ed effettuare delle indagini. Sono emersi i tre soggetti e poi l’imprenditore Pesarese, 60 anni, ritenuto il mandante dei tre. Proprio lui sarebbe stato visto al bar in compagnia di uno dei tre con gli altri due nei paraggi. Le minacce sono durate un mese, poi tutto è scemato, senza ottenere soldi. Le indagini coordinate dal pm Letizia Fucci sono andate avanti e si sono chiuse son l’avviso di garanzia per il 60enne. L’accusa è di tentata estorsione. L’imprenditore finito sotto accusa è operante anche nell’ambito di appalti pubblici. Il suo avvocato Gianluca Sposito ha chiesto subito un interrogatorio per raccontare la sua versione dei fatti.

«Il mio assistito aveva spiegato che conosceva uno dei tre co-indagati. E che una mattina al bar si era sbottonato raccontando di dover avere dei soldi dall’imprenditore che nel frattempo era fallito. Non ne sapeva nulla delle telefonate e delle minacce, tanto che in una intercettazione rimane interdetto rispetto alle parole del napoletano coinvolto. La procura non ha creduto all’impostazione e si è andati avanti». Due dei presunti esecutori materiali hanno patteggiato a 2 anni e 6 mesi. Ieri davanti al Gup la discussione con rito abbreviato per l’imprenditore pesarese. È stato condannato a 1 anno e 8 mesi con pena sospesa mentre l’altro imputato a 1 anno e 6 mesi. In più 7500 euro di danni.

«Aspetteremo di leggere le motivazioni della sentenza in 30 giorni – spiega l’avvocato Sposito – poi faremo appello. Il mio assistito non sapeva nulla delle minacce né è il mandante. Tra l’altro il 60enne si è accodato al fallimento dell’altro imprenditore come creditore per riavere la sua somma, tutto fatto secondo i canoni di legge». L’imprenditore che avrebbe subito la presunta estorsione si è costituito parte civile con il legale Paolo Gasperoni

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