Chiese acqua ma gli fu servito detersivo e finì in coma: Luca dopo due anni da incubo ricomincia dalla laurea

Luca Bigonzi
Luca Bigonzi
di Luigi Benelli
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Mercoledì 17 Marzo 2021, 04:40

PESARO  - Ha lottato tra la vita e la morte dopo una serata al pub. Aveva chiesto solo dell’acqua. Ora quella laurea e quella corona d’alloro rappresentano un messaggio di rinascita e determinazione. Luca Bigonzi è il ragazzo che 5 anni fa, proprio a marzo del 2016, bevve assieme a una coetanea una bottiglia d’acqua allo Stoviglia pub, in Galleria Roma.

Ma all’interno c’era detersivo concentrato.

I due ragazzi erano finiti diritti all’ospedale in preda a ulcere emorragiche, entrambi in prognosi riservata. Luca oggi è felice per il titolo conseguito. Un percorso a ostacoli con uno stop forzato che lo ha reso ancora più determinato. 


«Cinque anni fa mi trovavo in un letto d’ospedale con il rischio di non superare la notte. Questa cosa ha stravolto e cambiato completamente la mia vita tanto da ritrovarmi nella condizione di fermare tutto e pensare solamente alla mia salute, ed è proprio per questo motivo che ho smesso temporaneamente di studiare». Una pausa in cui ha riacquistato le forze. «Poi, dopo due anni decisamente movimentati, mi sono iscritto per la seconda volta all’Università. Il corso di laurea è Ingegneria Civile e l’ho frequentata a San Marino. Poi ho elaborato una tesi dal titolo “Analisi numerica di nano-piastre laminate con teoria non locale in ambienti igrotermici”. 


«Quell’esperienza - racconta Luca - mi ha cambiato la vita, sono tornato ancora più determinato. Non sarei mai arrivato a questo traguardo senza i miei compagni. Una cosa che ho imparato è questa: chi ha attorno a sé persone affamate di conoscenza è sicuramente fortunato e può arrivare ovunque. Perfino laurearsi dopo aver passato il momento più buio della propria vita». Era un sabato quel 28 marzo del 2016. I due ventenni chiesero una bottiglia d’acqua. Sembravano sigillate, ma dopo due sorsi lei corse in bagno per prima, lui la seguì poco dopo. 


Un enorme bruciore, difficoltà a respirare e senso di vomito. Poi la corsa in pronto soccorso dove i medici hanno iniziato un ciclo di esami e lavande gastriche. Sul caso ha indagato la polizia e dalle analisi il liquido è risultato detersivo concentrato con quantità di soda caustica. Il titolare è finito a processo per il reato di somministrazione di sostanze alimentari nocive. Ha patteggiato a 6 mesi con pena sospesa, rivolgendo attenzioni verso i due ragazzi, anche nel cercare una sponda positiva nell’assicurazione per un risarcimento danni.

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