La maxi antenna della discordia? Doveva essere mimetica, un finto albero con rami e foglie: ma il progetto è stato bocciato

La maxi antenna della discordia? Doveva essere mimetica, un finto albero con rami e foglie: ma il progetto è stato bocciato
La maxi antenna della discordia? Doveva essere mimetica, un finto albero con rami e foglie: ma il progetto è stato bocciato
di Letizia Francesconi
3 Minuti di Lettura
Venerdì 5 Maggio 2023, 03:10 - Ultimo aggiornamento: 10:56

PESARO - C’è un prima e un dopo sul caso della maxi antenna Iliad 5g che svetta con i suoi 30 metri dall’alto del borgo di Fiorenzuola, nel cuore del San Bartolo. Sì, perché dagli atti in possesso dal sesto quartiere San Bartolo la relazione tecnico-illustrativa prodotta dal gestore Iliad riporta la data del 26 novembre 2021. Il primo progetto commissionato dalla società di telefonia mobile è stato redatto dall’ingegnere progettista Marco Papadopoulus dello studio tecnico Pigreco di Ancona. 

Il San Domenico al restyling ma spuntano i primi paletti


I passaggi


E’ vero, come ha riferito la presidente del quartiere San Bartolo Jolanda Filippini, che il primo progetto per la stazione radio-base era ben diverso, ma dopo il passaggio in ben tre Conferenze di servizi (decisiva l’ultima), la Soprintendenza ai Beni architettonici e al Paesaggio ha, con una propria prescrizione, bocciato il disegno dello studio di architettura, indicando forme e materiali diversi per procedere all’installazione dell’impianto.
«In una delle Conferenze di servizi che si sono susseguite – riferisce l’ingegnere anconetano – e datata 23 giugno 2022 la Soprintendenza si era espressa in modo non favorevole al progetto iniziale che prevedeva un palo dell’antenna fatto come fosse un finto albero con tanto di rami e fogliami.

In quella stessa occasione ha fornito anche delle indicazioni su come quell’intervento andava modificata.  La prima proposta è stata bocciata dall’Ente di tutela del paesaggio, perché ritenuta troppo impattante o meglio poco si integrava nel paesaggio e nell’ambiente circostante. Per dirla con una battuta, sarebbe stata una specie di sequoia non aveva nulla a che fare con le caratteristiche della vegetazione del colle San Bartolo».

In sostanza sarebbe stata una sorta di antenna mimetica, ma l’opzione camouflage non è passata. Ecco come allora si era pronunciata la Soprintendenza: «Si richiede una diversa soluzione per l’impianto radio-base e il carter di copertura dei ripetitori con lati curvi e concavi di forma triangolare o cilindrica, realizzato in lamiera». Ed è stato installato alla fine l’attuale ripetitore della discordia.


Per quanto riguarda l’iter alle società o studi ingegneristici che collaborano con l’una o l’altra società di telefonia mobile, interessate ad installare dispositivi 5G, vengono semplicemente comunicati dal gestore, in questo caso da Iliad, i dati inseriti a progetto come i decibel e il campo di copertura del segnale, sulla base del numero di abitanti nel sito individuato e autorizzato. Scegliendo una strada alternativa ma più concreta, dopo il dibattito che sta accedendo gli animi dei residenti del San Bartolo e non solo, il nuovo Consiglio direttivo dell’Ente Parco con il suo presidente Silvano Leva, potrebbe farsi portavoce delle istanze e cercare un contatto diretto con la società gestore, chiedendo formalmente a Iliad di riproporre un altro progetto o una diversa soluzione rispetto al palo e alla copertura attuale oppure ritornare al primo progetto elaborato dallo studio di ingegneria Dorico incaricato per conto della società di telefonia. Attualmente la stazione radio-base ha ottenuto il rilascio del titolo unico il 15 febbraio scorso ed è stata quindi autorizzata dagli enti preposti, secondo le prescrizioni previste e passate all’esame dopo la terza e ultima Conferenza dei servizi. Ma a nessuno piace.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA