Alessandro Moneti e la sua famiglia sfrattata: «Prima notte nella nuova casa, oggi riconsegniamo le chiavi»

La famiglia di Alessandro Moneti
La famiglia di Alessandro Moneti
di Miléna Bonaparte
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Lunedì 17 Aprile 2023, 04:05 - Ultimo aggiornamento: 16:00

PESARO - Hanno dormito per la prima volta in casa della zia, Alessandro Moneti e la sua famiglia. Un appartamento di 65 metri quadrati in zona Miralfiore dove ieri l’agricoltore disabile, 26 anni, i genitori Giuseppe e Rosanna insieme al fratellino tredicenne si sono appoggiati momentaneamente in attesa che si liberi, a partire dal 1º giugno, l’abitazione presa in affitto nel quartiere di Loreto e da adattare con tutti gli ausili per il ragazzo in sedia a rotelle. 


Il passaggio di proprietà


Oggi alle 11 il papà di Alessandro consegnerà le chiavi all’avvocato Alberto Pratelli, custode giudiziario per il Tribunale, e con i suoi cari dirà addio una volta per tutte a quella che è sempre stata la loro casa, una palazzina gialla a due piani alle pendici del San Bartolo, lungo la strada per Soria.

L’immobile della discordia ormai aggiudicato alla nuova proprietaria, dopo la confisca e la vendita all’asta, attorno al quale si è innescato un interminabile e logorante scontro sulla tempistica della liberazione. Ai Moneti sarebbe servita qualche settimana in più, per evitare ai due ragazzi il disagio di un doppio spostamento che non può che provocare ansia e stress, specie in una condizione di fragilità come la loro. 


Ieri la casa era praticamente vuota, fredda e spettrale, con tutti i mobili smontati e depositati in un magazzino a Campanara, messo a disposizione dal Comune che, in base al patto di assistenza sottoscritto con la famiglia, sta aiutando i Moneti dal punto di vista economico e organizzativo. Sono già stati in parte erogati 2.400 euro, il primo contributo per il momento assegnato che deve servire a pagare le due mensilità di caparra e il primo affitto dell’abitazione che potrebbe essere per loro definitiva in zona Loreto. «Mi sento confuso e disorientato, siamo appena arrivati nel nuovo appartamento che ci ha reso disponibile mia zia Beatrice, lei andrà dalla madre - affermava Alessandro -, ma mi sento un po‘ più in pace con me stesso, finalmente, senza più il peso della liberazione della casa che occupava tutti i nostri pensieri». 


Un capitolo doloroso che si chiude e una nuova vita che inizia, per guardare al futuro con fiducia e speranza. «Come mi immagino tra dieci anni? In piedi e alla guida del mio trattore da sogno, lo spero davvero tanto - confidava il ragazzo disabile -, adesso mi voglio concentrare sulla riabilitazione che sto facendo nella palestra di San Ginesio, un lavoro durissimo, oserei dire militare, che mi sta dando risultati incoraggianti. Ora percepisco con chiarezza la stoffa dei pantaloni, riesco a sollevarmi e muovere bene le braccia e le mani. Mi avevano dato per spacciato, secondo alcuni medici ero destinato a vegetare. Sono certo che nella campagna appartenuta ai miei nonno e bisnonno, quella dell’azienda agricola di Villa Ceccolini, ritroverò la giusta energia per costruire il mio futuro». Un raggio di sole che arriva anche sul fronte del risarcimento per l’incidente di Alessandro, causato da un pirata della strada, sul quale si è riaperta la causa civile. 


La giustizia


La famiglia Moneti attende l’udienza del 18 maggio durante la quale il giudice, titolare del fascicolo per lesioni gravissime, ascolterà il testimone dello schianto di cui è stato vittima il giovane agricoltore. L’avvocato Domenico Musicco ha infatti sottoposto al tribunale la testimonianza di un uomo di circa 40 anni pronto a dichiarare di aver visto il responsabile della caduta fatale di Alessandro in sella allo scooter, finito contro la cancellata di una ditta nella zona di via Gradara. Si tratta di verificare la possibilità di un indennizzo per l’invalidità, sembra causata dal conducente di un’auto nera nell’alba maledetta del 25 maggio 2014.

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