Fermignano, chiesta la perizia psichiatrica
E' la linea di Taormina per difendere Igli

Fermignano, chiesta la perizia psichiatrica E' la linea di Taormina per difendere Igli
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Sabato 12 Settembre 2015, 18:37 - Ultimo aggiornamento: 13 Settembre, 18:00
FERMIGNANO - "Igli ha agito in quel modo come reazione alle provocazioni che ha subito". L'avvocato Carlo Taormina, che ha assunto la difesa dell'albanese reo confesso dell'omicidio del diciassettenne Ismaele Lulli di Sant'Angelo in Vado, chiama in causa il presunto comportamento della vittima prima dell'uccisione.

"Non è stata una frase di Ismaele ma molto di più - ha affermato oggi il professor Taormina nello studio legale di Fermignano dell'avvocato Salvatore Asole, al quale si affianca -; atteggiamenti sia nei confronti di Igli che della stessa Ambera. Questi potrebbero rappresentare una vera e propria attenuante, una situazione che potrebbe incidere nel trattamento socio sanitario". Carlo Taormina ha comunicato che la difesa chiederà la perizia psichiatrica di Igli Meta, per dimostrare "l'insensatezza del gesto, perché Igli ora dice: in quel momento mi sembrava di uccidere me stesso".



Oggi Taormina, insieme all'altro difensore, l'avvocato Salvatore Asole di Urbino, ha incontrato il giovane in carcere, poi il Pm Irene Lilliu e infine i genitori del ventenne. "Sono rimasto colpito dall'aspetto fisico, è un ragazzo piccolo, ma anche dalla condizione psichica di Igli" racconta Taormina.



Tra i nodi che Taormina e Asole intendono approfondire l'intensità del rapporto con Ambera, la macedone diciannovenne che avrebbe avuto un rapporto con Ismaele, e quindi l'intensità della percezione del tradimento della ragazza, alla base della sua reazione spropositata fino all'omicidio, tanto che Taormina azzarda la definizione borderline. "Igli e Ambera parlavano di matrimonio - dice ancora -, lo hanno confermato anche i genitori di lui".



Quanto alla premeditazione, a vanificare questa ipotesi potrebbe essere il fatto che Igli chiese all'amico diciannovenne Marjo Mema, che lo accompagnò nella spedizione punitiva, ora anche lui indagato e in carcere, cosa dovesse fare. Taormina, e prima di lui Asole, sono stati bersagliati sui social network con insulti e minacce di vario tipo per la scelta di difendere Igli. "Questa è una storia che provoca dolore e rabbia - osserva l'avvocato Asole -, e noi vogliamo lavorare nel rispetto di tutti, ma anche nel rispetto della Costituzione che garantisce il diritto di difesa".
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