MAAROTTA - Diamanti proposti come investimento, a processo i dirigenti della banca, dipendenti e l’amministratore della società che vendeva le pietre preziose. Ieri udienza davanti al gup per l’inchiesta portata avanti dalla Guardia di Finanza. Secondo l’indagine alcuni dipendenti della Banca di Suasa, oggi confluita in Banco Marchigiano, avrebbero promosso e venduto i diamanti a prezzi notevolmente superiori rispetto all’effettivo valore.
Affare da 2,5 milioni
Un affare da 2,5 milioni di euro che ha visto coinvolti circa un centinaio di correntisti residenti tra Fano, Marotta ed entroterra per fatti risalenti agli anni precedenti.
Cosa che verrà ratificata il 15 luglio, quando si chiuderà l’udienza preliminare con il rinvio a giudizio o il proscioglimento. Tutto era partito dalle querele ad opera di clienti che lamentavano di essere stati raggirati avendo acquistato, tramite la banca di cui erano correntisti, dei diamanti, sulla base di un prefigurato fruttuoso investimento. A loro venivano promessi lauti guadagni, suggeriti dai dipendenti del medesimo istituto bancario.
La banca, che fungeva da intermediario per la Dpi, secondo l’accusa avrebbe stipulato con la società un accordo illecito, inducendo in errore centinaia di risparmiatori/clienti, in cambio di consistenti provvigioni (vengono contestati al riguardi 300 mila euro).
Quotazioni falsificate
La società venditrice, dal canto suo, oltre a collocare i diamanti da investimento, ne avrebbe falsificato le relative quotazioni, anche a mezzo di ingannevoli annunci, pubblicati sulle pagine economiche di un giornale a tiratura nazionale. Il Banco Marchigiano, che ha incorporato la banca coinvolta, ha provveduto a risarcire i correntisti che avevano acquistato i diamanti. Ma pendono cause civili per quei risparmiatori che non hanno accettato un risarcimento attorno all’80/90%. Tra gli avvocati Federico Bertuccioli, Fabrizio Costarella.
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