Atti persecutori alla ex e figlia, imprenditore della notte rinviato a giudizio a 78 anni

Un'aula di Tribunale
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di Luigi Benelli
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Giovedì 9 Settembre 2021, 09:33

FANO - Atti persecutori nei confronti della ex convivente e della figlia, 78enne viene rinviato a giudizio. Ieri l’udienza preliminare in tribunale con l’uomo accusato di aver minacciato e molestato la minorenne e la madre con appostamenti e pedinamenti nei luoghi da loro frequentati, persino a scuola. Le due sono piombate in uno stato d’ansia e preoccupazione tale da cambiare le abitudini di vita. Avrebbero anche bloccato il telefono per evitare chiamate. E persino parcheggiato l’auto lontano da casa per non far sapere che fossero all’interno.

 

Tra gli episodi contestati i pugni sbattuti contro il portone di casa, gli appostamenti sulla panchina, sotto il balcone per vedere la figlia. Tra le accuse anche quella di mancata esecuzione di un provvedimento del giudice. Reato legato al fatto di aver avvicinato la minore al di fuori degli incontri protetti stabiliti, avvicinandola in centro storico a Fano. L’avvocatessa del 78enne Alessandra Angeletti parla di «un quadro molto complesso che approfondiremo in sede dibattimentale. Chiariremo i vari punti, il mio assistito è emotivamente molto provato dalle accuse».

Si costituirà parte civile per madre e figlia l’avvocatessa Isabella Giampaoli. L’uomo, nel 2014, imprenditore nell’ambito di locali notturni, aveva scaricato undici colpi di pistola contro il suo rivale in amore in un parcheggio. Era stato anche denunciato per porto abusivo di arma e porto di oggetti per offendere: sei coltelli, punteruolo, seghetto, spray al peperoncino, mazza da baseball. Tutto materiale scoperto dalla polizia nella sua casa e nella sua auto, insieme con circa cento proiettili di vario calibro. Nel dicembre di 7 anni fa avrebbe voluto eliminare il rivale, un vadese di 37 anni che aveva stretto una relazione sentimentale con l’ex compagna russa. Il rivale era riuscito ad evitare i colpi d’arma da fuoco, gettandosi dietro la sua macchina, crivellata dai colpi. L’uomo si era costituito subito dopo, fu arrestato e finì in carcere con l’accusa di tentato omicidio. Lo scorso maggio affisse una serie di volantini sotto lo studio dell’avvocatessa Giampaoli e in tribunale in cui ripercorreva le varie fasi della vicenda processuale, puntando il dito contro il sistema giudiziario.

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