Discarica di Riceci, il comitato: «Non c'è chiarezza degli enti locali». E nel piano regionale spunta l'inceneritore

Discarica di Riceci, il comitato: «Non c'è chiarezza degli enti locali». E nel piano regionale spunta l'inceneritore
Discarica di Riceci, il comitato: «Non c'è chiarezza degli enti locali». E nel piano regionale spunta l'inceneritore
di Lorenzo Furlani
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Sabato 25 Novembre 2023, 06:40 - Ultimo aggiornamento: 11:21

PETRIANO - Non ci sono chiarezza e trasparenza sulla reale volontà delle istituzioni locali di fermare la maxi discarica di Riceci mentre sul progetto dell’impianto per smaltire nella piccola valle di Petriano una quantità di rifiuti pari ai 4/5 degli scarti produttivi delle Marche si allunga l’ombra dell’inceneritore, che spunta nella pianificazione regionale.

Gli ultimi sviluppi

Gli sviluppi della controversa vicenda dei rifiuti sono legati, per un aspetto, al fallimento del tentativo del comitato di Urbino di riunire intorno a un tavolo i rappresentanti di tutti gli enti, che in qualche modo possono influenzare il progetto per Riceci di Marche Multiservizi e Aurora.  E, per un altro risvolto, si riferiscono all’allarme della capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle, Marta Ruggeri, sul progetto dei consulenti della Regione, incaricati di redigere il nuovo piano di gestione dei rifiuti, di ricorrere all’opzione dell’incenerimento.

L’assemblea permanente dei cittadini ‘Urbino contro la discarica di Riceci’ fa sapere che al tavolo di confronto, proposto per superare le ricorrenti schermaglie istituzionali che risentono dell’orientamento partitico dei vari soggetti, erano stati invitati «i rappresentanti delle istituzioni che politicamente hanno, a nostro avviso, la possibilità di intervenire e invertire la rotta sullo sciagurato progetto.

Purtroppo, avvicinandoci al giorno in cui era previsto l’evento, abbiamo riscontrato una diffusa, anche se non totale, noncuranza nei riguardi della nostra istanza. Tramite comunicati stampa, articoli giornalistici e atti di alcuni consigli comunali coinvolti, tutte le amministrazioni si sono espresse in maniera contraria alla realizzazione della discarica a Riceci ma, alla resa dei conti, di fronte all’invito a partecipare ad un confronto aperto e propositivo - quale era nostra intenzione intavolare - il sindaco di Urbino e il sindaco di Vallefoglia non hanno risposto, il presidente della Provincia e il sindaco di Pesaro hanno declinato l’invito».

C'è chi ha detto sì

«Al contrario - precisa il comitato - , dalla Regione Marche l’assessore Aguzzi e la consigliera Vitri hanno accettato il confronto, così come l’assessore di Montelabbate Ferraro e il sindaco di Petriano Fabbrizioli. Alcuni ci hanno risposto dicendo che le posizioni erano già state ampiamente dibattute sulla stampa. Non è questo quello che chiediamo. Non saranno degli articoli di giornale, per quanto esaustivi e graditi, che risolveranno il problema creato da questo progetto. Servono atti amministrativi e politici che si prendano la responsabilità di fermare quello che la deputata Luana Zanella ha definito un ecocidio».

Condivisione mancata

Nelle secche di questa iniziativa di cittadinanza attiva, che non ha trovato sponda in quasi tutti gli enti locali a fronte della retorica solitamente spesa sulla partecipazione e la condivisione politica, Marta Ruggeri segnala che nell’audizione di giovedì scorso in commissione regionale la società incaricata per il piano dei rifiuti ha prospettato «la costruzione di un inceneritore nella nostra regione». 

Ruggeri: «Scelta dannosa»

«I politici della maggioranza di destra, come al solito, si fanno scudo dei tecnici quando intendono sostenere scelte politiche impopolari», protesta Ruggeri. La consigliera regionale evidenzia che non è questa la politica virtuosa sollecitata dall’Europa sul trattamento dei rifiuti e che ci sono misure alternative per evitare la combustione, che genera particolati nocivi e anidride carbonica climalterante. Pertanto, il M5S «condurrà una battaglia a tutti i livelli, nazionale, regionale e comunale, al fianco dei cittadini per scongiurare questa scelta antieconomica e dannosa per l’ambiente».

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