La scuola ai tempi del Covid con la mascherina anche al banco: fioccano lettere e diffide

La scuola ai tempi del Covid con la mascherina anche al banco: fioccano lettere e diffide
La scuola ai tempi del Covid con la mascherina anche al banco: fioccano lettere e diffide
di Luigi Benelli
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Giovedì 28 Gennaio 2021, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 08:17

PESARO - Lettere di genitori, ragazzi, bimbi. La scuola in presenza è fondamentale per la socialità e l’istruzione, ma tanti lamentano problemi per la mascherina obbligatoria anche sul banco. Ci sono già state decine di diffide inviate da più avvocati ai dirigenti scolastici rispetto all’uso del dpi.

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E anche movimenti di genitori che vorrebbero eliminarle, almeno sul banco.

Abbiamo raccolto una serie di testimonianze e lettere. 

I disagi

A partire da una bambina delle elementari che scrive sul quaderno rivolgendosi al padre. «Vienimi a prendere, mi sta scoppiando la testa con la mascherina». Poi una mamma. «Mio figlio fa la seconda media, porta gli occhiali e non sopporta la mascherina. I primi tempi aveva irritazioni intorno agli occhi e frequenti mal di testa. Viene in continuazione richiamato soprattutto dai suoi compagni e in conseguenza dai professori. I compagni si sono mostrati veri sceriffi, facendogli una sorta di guerriglia. Lo hanno escluso dal gruppo della classe. Un professore con cui ho parlato prima di Natale mi ha detto: noi siamo pubblici ufficiali e dobbiamo obbedire! Gli ho detto che hanno il dovere di rispettare la Costituzione e sono responsabili pure per la salute dei bambini». 

Il contesto

E ancora il genitore di un ragazzo delle superiori: «Condivido una sensazione agghiacciante di lunedì mattina. Mio figlio è tornato a scuola in presenza al liceo scientifico Marconi. La scuola era circondata da vigili urbani e macchine della polizia. È stato terribile vedere questi poveri ragazzi, con le mascherine entrare in quel “lagher” ed i loro sguardi atterriti mi sono rimasti dentro. Lo avrei portato via subito. È questa la Scuola che educa e aiuta a crescere? All’uscita era frastornato e gli mancava il respiro. Ha raccontato che la scuola era piena di agenti, forse protezione civile, che tenevano i ragazzi distanziati e controllavano ogni movimento. Persino a ricreazione sono stati costretti al banco. I professori erano arrabbiati e attenti solo alle mascherine. Mi ha detto che questa non è più la sua scuola e non ci vuole più andare. Io sono con lui». 

Continui rimproveri

Poi il caso di chi «durante le ore di lezione viene continuamente ripresa solo per essersi presa una boccata di ossigeno oppure si sente perennemente gli occhi severi addosso che le ricordano di tenere bocca e naso tappati proprio come quando si pratica un’ immersione subacquea. È capitato spesso che si senta mancare con nausea e giramenti di testa ma a nessuno importa un bel niente, si chiamano i genitori e chissenefrega della tua persona». Un altro genitore racconta che «una bambina della classe di mia figlia ha vomitato per le ripetute nausee». 

Le finestre aperte

Un’altra madre spiega: «Mia figlia racconta inoltre di dover subire il freddo invernale in una classe dalle finestre costantemente spalancate. I bambini, anche durante la ricreazione, pur mantenendo le distanze raccomandate, sono comunque ripresi spesso riguardo al fatto di dover aumentare ulteriormente tale distanza. Non ho più intenzione di continuare a vedere mia figlia sempre stanca, con gli occhi spenti e con frequenti capogiri, situazione anormale per una bambina di 11 anni».

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