Genitori in rivolta contro la mascherina obbligatoria in classe: «Dpcm Covid mal interpretato»

Pesaro, genitori in rivolta contro la mascherina obbligatoria in classe: «Dpcm Covid mal interpretato»
Pesaro, genitori in rivolta contro la mascherina obbligatoria in classe: «Dpcm Covid mal interpretato»
di Luca Senesi
3 Minuti di Lettura
Martedì 10 Novembre 2020, 04:55

PESARO - Mascherine in aula anche durante la lezione. Contestazioni e polemiche sulla decisione che da questa settimana è diventata operativa ovunque e sono sempre di più i genitori che si oppongono

 Tra questi anche un gruppo di genitori (circa 150 famiglie solo a ieri ndr.) di alunni provenienti da diverse scuole (primaria e scuola media) della provincia di Pesaro e Urbino che con una lettera aperta alle istituzioni contestano la circolare del Ministero dell’istruzione del 04/11/2020 con il quale viene imposto a tutti gli alunni delle scuole primarie e secondarie l’uso della mascherina anche in condizioni di staticità, cioè quando sono seduti al banco. 

Interpretazione sbagliata

«Purtroppo il Dpcm del 3 novembre è stato recepito in maniera errata – scrivono - il testo del nuovo Dpcm non comporta quest’obbligo in quanto, come nei precedenti decreti (all’art.1 comma 1) precisa che vi è obbligo di indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie in tutti i luoghi al chiuso, ma “con salvezza dei protocolli e delle linee guida anticontagio previsti per le attività economiche, produttive, amministrative e sociali, nonché delle linee guida per consumo di cibi e bevande”». 

La frase incriminata

Proprio qui sta il punto «Con questa frase – sottolineano - si ribadisce il fatto che i protocolli e le linee guida rimangono invariati e non sono “toccati” dalla nuova norma, pertanto non vi è l’obbligo della mascherina al banco».

La preoccupazione

Il gruppo di genitori fa presente la preoccupazione di tutte le famiglie nei confronti delle Istituzioni Scolastiche che stanno suggerendo, con circolari interne, l’uso della mascherina chirurgica, da parte dei bambini, in posizione statica e non solo in situazione dinamica. «In quanto genitori attenti e consci dell’immaturità naturale dei discenti, dovuta all’età (6-13 anni), vorremmo rimarcare il fatto che l’uso maldestro di questo dispositivo di protezione individuale (Dpi) causa danni alla salute di chi ne fa uso». 

Le ragioni

Il motivo è presto spiegato: «L’utilizzo della mascherina comporta il fatto di obbligare l’utilizzatore a respirare i gas (anidride carbonica) emessi con gli atti respiratori, inspirando pertanto una miscela di aria a proporzioni invertite (più ricca di CO2 e più povera di Ossigeno); ciò comporta un aumento dell’anidride carbonica nel sangue con conseguente stato di acidosi metabolica. Inoltre, l’uso non corretto di Dpi determina ipertensione, scarsa concentrazione, il vapore acqueo emesso dalla respirazione si deposita sulla superficie interna della mascherina favorendo la crescita di batteri, virus, funghi che i nostri figli saranno obbligati a respirare. L’innalzamento della percentuale di CO 2 nel sangue determina abbassamento del sistema immunitario e, quindi, aumento della suscettibilità alle infezioni». 

L’appello

Per questo motivo il gruppo di genitori rivolge un appello alle istituzioni «Chiediamo pertanto che venga trovata una soluzione che scongiuri il ricorso alla Didattica a Distanza e che tuteli la salute fisica e psichica dei nostri figli portatori del diritto all’istruzione. Noi genitori, secondo la Costituzione Italiana siamo obbligati a dare un’istruzione ai nostri figli utilizzando l’offerta formativa proposta dalle Scuole Statali o Private, oppure usufruendo in forma autonoma dei “saperi” di precettori specializzati. Alla luce di quanto detto riteniamo che le istituzioni politiche e governative debbano dare risposte chiare, esaustive ed equilibrate».