Tragedia a Cagli sulla strada ghiacciata: ex calciatore di 22 anni precipita e muore in una scarpata

Tragedia a Cagli sulla strada ghiacciata: ex calciatore di 22 anni precipita e muore in una scarpata
Tragedia a Cagli sulla strada ghiacciata: ex calciatore di 22 anni precipita e muore in una scarpata
di Massimo Foghetti
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Lunedì 23 Gennaio 2023, 04:15 - Ultimo aggiornamento: 18:07

PESARO - Il maltempo ha diviso il Pesarese in due a cavallo della notte tra sabato e domenica: raffiche di bora a 90 chilometri all’ora sulla costa e gelo nell’interno dopo le neve dei giorni scorsi. Ed è stato il ghiaccio-trappola la probabile causa dell’incidente in cui ha perso la vita un giovane camionista di 22 anni.

 
La vittima è Petrit Jashari, nato il 30 marzo del 2000, di origini albanesi, ma da sempre residente con la famiglia a Magione, in provincia di Perugia. Ed è in Umbria che stava rientrando quando è accaduto il tragico fuori strada, ieri mattina, poco prima delle 7.30. 


Dove è successo


E’ successo lungo la statale Flaminia, al chilometro 230 fra Cagli e Cantiano, a pochi chilometri dal confine provinciale e regionale, poco dopo lo svincolo per San Geronzio. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri della compagnia di Fano, intervenuti sul posto per i rilievi, il ragazzo era al volante di un camion frigo con cui aveva da poco consegnato la merce ad un supermercato della zona quando con il mezzo ha sbandato all’altezza di un viadotto, finendo con la motrice contro un guardrail laterale della sede stradale. 
Negli accertamenti i carabinieri non trascurano alcuna ipotesi, anche quella di un malore, ma è probabile che a far perdere il controllo al 22enne sia stato il fondo stradale reso scivoloso dalla patina di ghiaccio che si era formata durante la notte con il brusco abbassamento delle temperature. Un impatto violento, che non gli ha lasciato scampo. 


Effetto catapulta


Lo schianto ha avuto per lo sfortunato autista un effetto catapulta: il giovane è stato sbalzato fuori dall’abitacolo del camion ed è precipitato dal viadotto per una ventina di metri, volando nel dirupo e finendo nel greto del fiume sottostante, il Burano, dove è morto sul colpo. Sono stati altri automobilisti in transito a dare l’allarme e ad avvisare i soccorsi. Sul posto si sono portati i vigili del fuoco di Cagli, i carabinieri e i sanitari del 118. Allertata anche l’eliambulanza da Ancona ma per il ragazzo non c’era più nulla da fare se non recuperare il corpo. 
Un’operazione impegnativa per il dislivello tra sede stradale e alveo del fiume.

Per raggiungere la salma è stato necessario l’impiego da parte dei vigili del fuoco delle tecniche Saf (Speleo Alpine Fluviali) e la collaborazione del Soccorso alpino e speleologico. 


Nel frattempo il tratto della Flaminia coinvolto nell’incidente, tra gli svincoli di San Geronzio e Cantiano, era stato chiuso al traffico in entrambe le direzioni con le squadre Anas e delle forze dell’ordine che hanno deviato la circolazione su strade alternative fino alla riapertura della statale 3 in tarda mattinata.


La ditta di famiglia


Petrit Jashari si trovava ieri mattina a Cagli perchè doveva scaricare la merce all’Eurospin della zona. Quando è avvenuto l’incidente aveva da poco terminato la sua consegna. Ed anche il fatto che il camion viaggiasse vuoto e quindi meno pesante ha probabilmente contribuito a rendere più alta la possibilità di sbandare sulla carreggiata: all’inizio è stato infatti il rimorchio a spostarsi verso monte, mentre la motrice è andata subito dopo a cozzare contro il guard rail, spingendo in seguito all’urto il giovane che era al volante fuori dell’abitacolo. Lavorava nella ditta del padre che ha una impresa di trasporti con sede a Magione, specializzata nelle consegne ai supermercati. Oltre ai genitori, lascia una sorella e il fratello gemello, anche loro impegnati con l’azienda di famiglia. Sul lavoro il suo ruolo era duttile: stava in ufficio ma all’occorrenza effettuava consegne, come ieri mattina.


La passione per il calcio


La grande passione di Petrit Jashari era però il calcio e vantava un passato giocatore in più squadre, dal Gubbio all’Arezzo fino al Siena dove aveva militato nel settore giovanile e dove il suo nome era tuttora conosciuto. 
Il suo ruolo era quello del portiere. «Avevo 12 anni - si legge in suo post sulle sue pagine social ispirato a una citazione di Buffon - quando ho voltato le spalle a una porta. Continuerò finchè gambe, testa e cuore reggeranno». O ancora: «Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei sogni». Quei sogni che per Petrit si sono infranti in una domenica livida di gennaio in fondo a un viadotto.

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