ANCONA - Il primo tassello della nuova programmazione europea 2021/2017 è stato messo. Ieri la giunta regionale delle Marche ha approvato i Programmi operativi regionali per il Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) e per il Fondo sociale europeo (Fse), con i contestuali Programmi operativi complementari. Strumento, quest’ultimo, messo a disposizione delle Regioni del sud e di quelle in transizione – gruppo all’interno del quale sono scivolate anche le Marche, retrocesse dalla fascia dei territori più sviluppati – dal ministero della Coesione territoriale: essendo regolato da norme nazionali e non europee, è più flessibile e non richiede un cofinanziamento regionale.
Parliamo di un pacchetto totale da oltre un miliardo di euro nel settennio, che dovrà avere il via libera da parte dell’assemblea legislativa entro il 17 aprile.
La valutazione
Espletato questo passaggio, il documento sarà inviato a Bruxelles per la valutazione ed il definitivo disco verde, previsto entro metà maggio.
Gli obiettivi
Si pone poi l’obiettivo di migliorare la protezione e la conservazione della natura e nelle infrastrutture verdi, per ridurre tutte le forme di inquinamento. Il Por Fesr declinato sull’asse Europa più vicina ai cittadini conta invece su 33.915.000 euro (6%), destinati a promuovere la mobilità urbana sostenibile, lo sviluppo sociale, economico ed ambientale inclusivo, il turismo sostenibile, la sicurezza nelle aree urbane, lo sviluppo locale. Quanto al Poc Fesr, 49.453.895 euro (48% del totale) saranno declinati sul capitolo Europa più connessa, declinato sullo sviluppo dei collegamenti sostenibili e sull’accesso alle reti Ten-T, mentre 54.453.805 euro (52%) andranno a completare il tesoretto per l’asse Europa più vicina ai cittadini. Quanto al Fse, invece, tra Por e Poc sono stati deliberati circa 100 milioni per l’occupazione, 45 milioni per istruzione e formazione, 90 milioni per l’inclusione e 35 milioni per i giovani e 40 milioni l’inclusione sociale. Una pioggia di risorse, insomma, su cui le Marche potranno contare proprio in virtù del peggioramento della condizione economica che, tra un settennio e l’altro, le ha fatte retrocedere al gruppo delle regioni in transizione: basteranno a farci tornare nell’Olimpo delle migliori?