Disoccupati, con la Naspi la speranza per 14mila marchigiani si chiama Gol. Plafond di quasi 23 milioni

Progetto della Regione Marche per il reinserimento dei disoccupati nel mondo del lavoro
Progetto della Regione Marche per il reinserimento dei disoccupati nel mondo del lavoro
di Martina Marinangeli
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Giovedì 3 Marzo 2022, 07:00 - Ultimo aggiornamento: 15:39

ANCONA - Disoccupati e lavoratori in transizione, percettori del reddito di cittadinanza, della Naspi e della cassa integrazione per cessata attività. Sono questi i beneficiari del pacchetto di risorse del Pnrr declinato sul lavoro – il Programma nazionale per la Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori (Gol) – che per il 2022 ha assegnato alle Marche 21.384.000 euro, a cui si aggiungono 1.470.000 euro quale fondo per il potenziamento delle competenze dei lavoratori fuoriusciti dalle crisi aziendali, per un totale di 22.854.000 euro.

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I parametri
Un plafond non indifferente per ottenere il quale sono stati battuti i proverbiali pugni sul tavolo. «Uno dei parametri per decidere come distribuire le risorse tra le regioni – ha spiegato ieri l’assessore al Lavoro Stefano Aguzzi -, oltre a quello del numero dei disoccupati presenti, riguardava i percettori del reddito di cittadinanza, cosa che portava molti fondi al sud d’Italia. Abbiamo fatto una battaglia molto forte per riequilibrare le risorse». Nelle Marche, i disoccupati sono circa 80mila e, la misura punta ad inserire nell’ambito di politiche attive del lavoro circa 14.580 persone di cui quasi 11mila vulnerabili (almeno 3.888 dovranno essere coinvolti in attività di formazione e di questi, almeno 1.458 in competenze digitali). 


Il piano di 5 anni
Si tratta di una stima, anche considerando che non tutti i disoccupati sono attivi nel cercare lavoro, ma il numero potrebbe essere superiore. «Gradualmente, prenderemo in carico tutti coloro che si rivolgeranno agli sportelli dei centri per l’impiego», fa sapere il dirigente del dipartimento al Welfare Mauro Terzoni: si tratta infatti di un piano quinquennale e, per ciascuna annualità, verranno stanziate ulteriori risorse.

Ma come funzionerà, tecnicamente, il piano di politiche attive finanziato con il Pnrr? La presa in carico avviene nei 13 Centri per l’impiego, luogo della valutazione personale dei beneficiari di Gol e dell’orientamento in uno dei cinque differenti percorsi prospettati. Si va dal reinserimento lavorativo (2,6 milioni di euro) per disoccupati che non necessitano di approfondire competenze - con misure che comprendono l’accompagnamento al lavoro, il supporto all’autoimpiego e l’incentivo alla creazione d’impresa – all’upskilling (6,8 milioni), che comporta un aggiornamento professionale con un corso di formazione breve (massimo 150 ore) su un profilo di competenze prescelto. C’è poi il percorso definito di reskilling (2,1 milioni) per disoccupati con importante deficit di competenze o esigenze di riconversione: in questo caso, il percorso formativo può durare fino a 600 ore. Quarto percorso, quello ribattezzato Lavoro e inclusione (8,2 milioni), tarato su vulnerabili o fragili, con tirocini di inclusione sociale. Chiude l’elenco il percorso di Ricollocazione collettiva (2,9 milioni), rivolto a persone ancora occupate ma potenzialmente in transizione per effetto di crisi aziendali. 


Il target 
«Sul target dei lavoratori delle aziende in crisi – anticipa Terzoni – stiamo sviluppando l’idea di un fondo regionale per le politiche attive ad hoc, proprio partendo dai circa 3 milioni del percorso 5 del Gol, ma integrandoli con i fondi Fse della nuova programmazione europea, che dovrebbero arrivare per la fine dell’anno, i residui degli ammortizzatori sociali ed altre risorse. Una misura a sportello per intervenire sulle diverse crisi aziendali che viviamo nel nostro territorio». Nell’attesa, si parte con quello che ha messo a disposizione il Pnrr, con tempi di avvio molto stringenti.


La tempistica
Ad aprile si prevede la pubblicazione degli avvisi, a maggio l’avvio dell’attività di presa in carico e trattamento dei beneficiari da parte dei centri per l’impiego e, tra luglio e settembre, la partenza dei cinque percorsi, da portare avanti in collaborazione con servizi per il lavoro pubblici e soggetti privati accreditati, oltre al contributo delle imprese. «L’intersezione tra politiche del lavoro e politiche della formazione – ha concluso Aguzzi – è una leva determinante delle politiche di sviluppo e consente l’inclusione dei soggetti fragili e vulnerabili, soprattutto giovani e donne».

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