Gli astronauti della Stazione Spaziale indossano una tuta prodotta dalla start up fanese Spacewear. Così il Made in Marche conquista la Nasa

Si chiama Smart Flight Suit2

Gli astronauti della Stazione Spaziale indossano una tuta prodotta dalla start up fanese Spacewear
Gli astronauti della Stazione Spaziale indossano una tuta prodotta dalla start up fanese Spacewear
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Lunedì 29 Gennaio 2024, 16:32 - Ultimo aggiornamento: 18:59

FANO - Fano chiama spazio. È made in Italy per gli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale, a produrla è la start up fanese, nelle Marche, Spacewear, che, unica, ha risposto a tutti i requisiti della NASA. Un esempio pienamente riuscito del made in Italy che raggiunge lo spazio.

Si chiama Smart Flight Suit2

È esclusivamente italiana la tuta indossata per la prestigiosa missione Ax – 3 (Axiom Mission 3) cui partecipa l’Astronauta Walter Villadei, pilota della missione, Colonnello di Aeronautica Militare. A produrla la start up fanese, nelle Marche, Spacewear: si chiama SFS2 (Smart Flight Suit2) ed ha superato tutti i test, le revisioni e le certificazioni richieste da NASA che stabilisce i requisiti per poter essere ammessi e testati all’interno della Stazione Spaziale Internazionale (ISS).

«Siamo orgogliosi – dice Corinna Sperandini di Spacewear – di questo risultato ottenuto con grande impegno, lavoro, passione e fatica, di tante competenze e professionalità che hanno creduto in questo progetto, La nostra SFS2 ha ottenuto da Nasa, unica nella Missione Ax-3, l’autorizzazione ad essere ammessa e testata all’interno della ISS il che è fondamentale e fa la differenza sostanziale! Il test verrà condotto con un timing di diverse giornate orari e operatività dell’astronauta lungo il corso dei 15 giorni all’interno della stazione che permetterà consistenti valutazioni e risultati. SFS2 ha ottenuto tutte le certificazioni necessarie, sia di materiali che di device. Il device è totalmente italiano e di fatto rappresenta un unicuum, è stato ammesso da NASA che ha una lista di device americani autorizzati già stabilita e dopo numerosissimi controlli ha accettato l’utilizzo del nostro device italiano».

Un grande passo (fanese) nella storia

Insomma la tuta di Spacewear entra a far parte della storia delle missioni spaziali, possedendo caratteristiche uniche, costruita con tessuti di ultima generazione e di inedita innovazione. dotata delle necessarie performance quali massima ignifugità, resistenza a liquidi e fluidi e di leggerezza mai realizzata prima.

Antistatica e antimagnetica, la tuta ha prestazioni di traspirabilità superiori a tessuti con le stesse doti, e garantisce il mantenimento della temperatura corporea. «SFS2 – riprende ancora Corinna Sperandini – è nata con l’obiettivo di aumentare il comfort psicofisico dell’astronauta (è assemblata con oltre 200 pezzi), e per monitorare i dati medici aumentando controllo e sicurezza. Durante i test di utilizzo vengono valutate infatti la temperatura, la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca e altri dati. Rendere il materiale leggero, traspirante e termoregolatore, integrare funzioni di rilevamento dati, con il comfort e il design è stata una sfida e una grande innovazione che ci ha visto impegnati a lungo e con impegno continuo pur di ottenere il risultato cercato. L’ok della Nasa per l’utilizzo nella ISS unico in questa missione. La nostra tuta ha avuto infatti accesso alla stazione spaziale e non si è fermata agli allenamenti a terra prima e dopo la partenza o durante il trasferimento sulla ISS». Fondamentale la collaborazione con Aeronautica Militare Italiana che con lungimiranza ha dato origine ad una missione dai risvolti anche industriali del Made in Italy, aprendo ulteriori "spazi" all’industria e ricerca italiana che potranno essere leader anche nello spazio.

La ricerca e le sinergie

La missione testimonia un successo del Made in Italy, anche grazie a Spacewear, ed è frutto di un notevole lavoro di ricerca che ha portato a far stringere sinergie tra scienziati, ingegneri ed esperti di design. La SFS2 è figlia infatti della SFS1 che era stata predisposta e testata per la missione scientifica del 29 giugno 2023 dell’Aeronautica Militare Virtute 1 nel volo Galactic 01. Già questa tuta aveva superato i test FAA per poter volare, che richiedeva requisiti molto stringenti. SFS2 ne è una diretta evoluzione e i risultati saranno utili anche per usi sul nostro pianeta terra e non solo nello spazio, guardando anche alla sostenibilità. Spacewear ha infatti già allo studio materiali innovativi, finalizzati a performance che eviteranno abbondantemente ad esempio l’utilizzo dell’acqua.

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