SAN BENEDETTO - Strada chiusa e dispiegamento di forze dell’ordine in presenza consistente ma discreta per Pier Ferdinando Casini. La Risacca dei Ricordi, il festival del memoir organizzato dall’associazione I Luoghi della Scrittura, diretto dal giornalista Andrea Vianello, ieri pomeriggio ha ospitato da Harena il senatore Pierferdinando Casini che ha presentato il libro “C’era una volta la politica, parla l’ultimo democristiano”.
L’esordio
Il suo primo libro, come ha sottolineato lo stesso Vianello: «Ne ha fatte tante nella sua vita e nella sua carriera – ha spiegato il direttore artistico – ma un libro ancora non lo aveva scritto».
Il senatore ha poi fatto una dichiarazione di amore politico per Fanfani: «Per me è stato il politico migliore. Andreotti? Non ho mai avuto una particolare simpatia per lui, ma ne ho sempre apprezzato l’arguzia anche se, secondo me, il potere logora chi ce l’ha. Almeno dopo la Prima Repubblica». Casini, riferendosi ai suoi esordi e alla spinta ricevuta dalla politica, si è rivolto anche al sindaco Spazzafumo, seduto in prima fila: «Fa l’imprenditore da una vita e il sindaco da un anno e mezzo, significa che il morbo della politica non contagia per forza in giovane età, ma anche un po’ più avanti».
Il ricordo di Forlani
Nella tappa sambenedettese il senatore non poteva non ricordare uno dei suoi mentori, Arnaldo Forlani, venuto a mancare: «Da lui – ha detto - ho imparato che noi non siamo i padroni della vita e della morte. Che tutto è relativo e non dobbiamo esaltarci quando le cose vanno bene né deprimerci quando vanno male». Casini si è definito un «fedelissimo» di Forlani.
«Negli anni ho avuto modo di capire il suo atteggiamento che poteva quasi sembrare indolente. Era una persona calma, aveva della priorità e non si faceva sopraffare da tutto quel caos che nella politica c’era e c’è oggi». Casini ha ironizzato infine sulla sua lunga permanenza in Parlamento: «Le mie figlie grandi mi dicono che è da troppo tempo che sono lì e che dovrei farmi da parte. Probabilmente hanno ragione. Ultimamente mi riprometto di smettere, ma poi mi chiedono di candidarmi e io accetto. La verità è che forse uno ritorna perché alla fine non vuole andar via».