Regione, 10 dipartimenti con sette super dirigenti. Il colpo di spugna è light: ecco chi ha la riconferma in tasca e chi no

Palazzo Raffaello
Palazzo Raffaello
di Martina Marinangeli
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Lunedì 14 Giugno 2021, 03:15 - Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 02:54

ANCONA - Si aprano le danze: il valzer dei dirigenti può cominciare. La proposta di legge per la riorganizzazione della macchina amministrativa regionale è stata incardinata giovedì in commissione Affari istituzionali e l’obiettivo è portarla al vaglio dell’Assemblea legislativa per l’approvazione tra fine giugno ed inizio luglio. Manca poco, dunque, per la “rivoluzione soft” a Palazzo Raffaello, che trasformerà gli attuali Servizi in Dipartimenti, riducendoli di numero: il tetto passerà da 15 a 10, ma l’intenzione sembra quella di avere al massimo 6-7 super dirigenti, così da poter contare su una struttura snella e piramidale.

 
Cosa succede
Sebbene in giunta le bocche siano cucite, i rumors hanno iniziato a circolare per i corridoi di Palazzo Raffaello, con tanto di borsino dei dirigenti che restano e quelli che invece hanno già un piede fuori dalla porta. Nei settori meno strettamente politici, come per esempio quello degli Affari legali, non si sentirebbe la necessità di un colpo di spugna, cosa che favorirebbe la permanenza della dirigente Gabriella Di Berardinis. Altri capi servizio, invece, sembrerebbero godere della stima dei nuovi inquilini di Palazzo Raffaello, ed avrebbero dunque buone chance di restare: vedi, tra gli altri, Nardo Goffi (Tutela del territorio), Raimondo Orsetti (Turismo) e Maria Di Bonaventura (Bilancio). 


Le valutazioni
Più in bilico la posizione della super manager alla Sanità Lucia Di Furia, su cui si starebbe consumando un braccio di ferro interno alla giunta tra chi vorrebbe riconfermarla e chi preferirebbe invece cercare altrove. C’è poi il caso di Giovanni Santarelli, che sta dirigendo il servizio Politiche sociali a titolo gratuito da pensionato. Una delle valutazioni che la giunta dovrà fare è se e come accorpare questo servizio ad altri, dal momento che con l’introduzione dei Dipartimenti il numero verrà limato. Fin qui, il toto-scommesse. Ma in giunta le riflessioni sono ancora in corso. Quello che è stato definito nel dettaglio è invece lo scheletro della nuova organizzazione, che arriva a 21 anni di distanza dalla precedente ed è stata illustrata dall’assessore al Personale Guido Castelli in I Commissione. «È la seconda fase della due diligence che avevamo annunciato – spiega –: la prima è stata finanziaria, ora tocca al personale.

Poi ci sarà quella delle partecipate». Tra questa settimana e la prossima, infatti, arriverà in giunta anche la proposta di trasformazione della Svim. 


Lo snellimento
Quanto alla riorganizzazione, «riteniamo di dover introdurre un sistema nel quale la parte politica si interfacci con macro dirigenti, in modo tale che ci siano un rapporto fluido ed una squadra compatta – prosegue l’assessore –. L’ultima legge di riorganizzazione regionale era del 2000: l’abbiamo aggiornata e modernizzata, depurandola dalle norme superate che erano state appiccicate a mo’ di patchwork da allora». Tra le novità, l’introduzione dell’unità di progetto: «rispetto ad alcune situazioni complesse, tipo il Pnrr, che possono richiedere il contributo congiunto di più dirigenti, abbiamo previsto queste piccole task force per superare la rigida organizzazione dipartimentale, così da garantire flessibilità sui singoli temi – scende nel dettaglio Castelli –. Abbiamo inoltre previsto il potere sostitutivo dei singoli dirigenti: nel caso in cui ci sia passività ed inerzia rispetto ad un certo tema, individuiamo un soggetto che possa intervenire. Una sorta di commissario che adotti gli atti». 


La proroga
Al momento, tutti i dirigenti regionali stanno operando in regime di proroga: di qui, la volontà di accelerare sull’approvazione della riorganizzazione perché il mantenersi di una situazione precaria rischia di generare fibrillazioni a palazzo. Una volta approvata la pdl, la giunta farà gli interpelli per individuare i capi dipartimento. Poi, a cascata, saranno i singoli dipartimenti ad individuare tutta la catena di comando successiva, articolata in Direzioni e Settori.

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