Regione Marche, 11 mosse per l’agricoltura con fondi Ue e Pnrr: approvata una risoluzione per politiche di sostegno al settore

Regione Marche, 11 mosse per l’agricoltura con fondi Ue e Pnrr
Regione Marche, 11 mosse per l’agricoltura con fondi Ue e Pnrr
di Véronique Angeletti
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Mercoledì 28 Febbraio 2024, 03:20 - Ultimo aggiornamento: 11:50

ANCONA Ieri, l’assemblea legislativa delle Marche ha approvato all’unanimità una risoluzione che prevede un «pacchetto di impegni per far fronte alla crisi del settore agricolo». Punto di partenza, le quattro mozioni dei consiglieri Dino Latini (Udc Popolari Marche – Liste civiche), Marta Ruggeri (M5s) e dal gruppo Pd «anche se in filigrana – sottolinea Alessandro Taddei, il presidente di Cia Marche - si ritrovano molti dei punti discussi da tutte le associazioni di categorie convocate il 6 febbraio dal presidente Francesco Acquaroli, dall’assessore Antonini in presenza dell’assessore Saltamartini». 


Gli impegni

Una risoluzione impegnativa.

Obbliga il presidente e la giunta a «sollecitare l'Unione Europea affinché adotti politiche di sostegno più efficaci per il settore agricolo, che tengano conto delle specificità del territorio marchigiano e promuovano una distribuzione più equa dei finanziamenti»; impone di facilitare l’accesso ai milioni previsti per l’acquisto di macchine agricole (400), per i frantoi (100), per l’acquisto dei trattori (90), di quelli del fondo in sostegno delle filiere (100) e per un nuovo fondo per emergenze in Agricoltura (300) oltre ad altri finanziamenti del Pnrr a sostegno di prodotti spesso colpiti da eventi negativi straordinari. Un passaggio importante per Francesco Torriani presidente di Con Marche Bio e di Confcooperativa Fedagri Pesca Marche. «Poiché prende atto che un sistema incentrato sull’azienda agricola singola, a prescindere dal contesto in cui opera, è del tutto insufficiente. Diverso se è inserita in un sistema agroalimentare di filiera o di distretto». La risoluzione impone di «dialogare con le organizzazioni agricole e gli altri attori del settore per raccogliere informazioni e dare loro voce nel processo decisionale». Anche perché, interviene Andrea Passacantando, presidente Copagri Marche, «è un settore complicato che necessita contatti e conoscenza per interventi tempestivi, efficaci. Le aziende hanno bisogno di semplificazione a tutti i livelli inclusi i bandi regionali». Ci sono richieste di interventi specifici, «presso il Governo per rilanciare una serie di politiche agricole a sostegno della categoria» come i crediti d'imposta presenti nel pacchetto Agricoltura 4.0 ed accompagnare la transizione ecologica e l’agricoltura biologica e di precisione; o ancora bloccare accordi di libero scambio in contrasto con il Green Deal a difesa dei prodotti italiani e marchigiani. «Come Confagricoltura Marche – interviene il direttore Alessandro Alessandrini – basterebbe applicare il Trattato di Roma che dà come finalità alla Pac di assicurare un tenore di vita equo agli agricoltori, la sicurezza di approvvigionamenti e produzioni, e prezzi ragionevoli ai consumatori». Spiega che l’agricoltore non è l'ultima ruota del carro ma è un imprenditore punto di partenza di filiere. 

Il risveglio etico

«C’è un risveglio delle coscienze - commenta la presidente Coldiretti Maria Letizia Gardoni - . Gli stessi che erano favorevoli all’accordo Ceta (con il grano canadese ndr) erano anche sostenitori del cibo sintetico e additavano Coldiretti come oscurantista e fautrice di terrorismo psicologico. Noi continuiamo a lavorare per avere contratti di filiera con la giusta remunerazione, per i cittadini che devono poter contare su sicurezza alimentare e trasparenza, per il mercato subordinato alla reciprocità in termini di normative e standard produttivi».

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